Perugia, il contratto è scaduto e i musei restano chiusi: luoghi culturali dimenticati

Dal 23 giugno scorso le strutture museali del circuito comunale di Perugia vivono una situazione paradossale. Una vicenda assurda che sta causando un danno consistente alla città, soprattutto in un periodo di forte presenza turistica e di grandi eventi internazionale. Per turisti e gli appassionati di arte, quindi, non è stato possibile visitare la Cappella di San Severo, Palazzo della Penna e il Complesso Templare di San Bevignate. Eppure, in tempi di ristrettezze economiche Perugia dovrebbe puntare tutto su ciò che ha in abbondanza: i beni culturali. Una circostanza, quella denunciata dal consigliere regionale Tommaso Bori (Pd), grave e inspiegabile.  Garantire la fruizione di questi beni culturali, o di edifici di interesse artistico e storico, è un dovere della pubblica amministrazione. La Cappella di San Severo, Palazzo della Penna e il Complesso Templare di San Bevignate non solo fanno parte della memoria storica della città ma costituiscono risorse uniche da valorizzare per la crescita del capoluogo umbro. Ancora più incomprensibile è la causa di tale assurdità: a gennaio 2023 è scaduto il contratto con la società Munus srl Arts&Culture per la gestione dei servizi del sistema museale comunale.  A quel punto doveva essere espletata una nuova gara che poteva benissimo essere preparata in tempo utile conoscendo la scadenza della precedente. ” I consiglieri comunali del Pd – ha detto Bori –  avevano denunciato più volte anomalie nella gestione dei sistemi museali e dei servizi appaltati dal comune di Perugia. In diverse occasioni, anche attraverso conferenze stampa, avevamo espresso perplessità in merito al cambio di gestione del circuito museale perugino. Nonostante le nostre denunce il Comune di Perugia aveva deciso di andare avanti con l’affidamento della gestione alla società Munus srl”. Poi, all’improvviso, c’è stato il recesso da parte della società Munus con la conseguenza più drammatica: in piena stagione turistica le strutture museali di Perugia sono rimaste chiuse. ” C’è stato un danno alla città – ha denunciato Bori – poiché la cultura oltre ad essere un fattore economico è anche un fattore di crescita culturale e sociale, venuto meno per un lungo periodo e per gravi errori”. L’assessore regionale alla cultura e turismo, Paola Agabiti, ha risposto che la gestione dei musei non rientra nelle competenze della Regione anche se il suo assessorato ” si è subito attivato per l’immediata riapertura di importanti luoghi della cultura”. La conclusione di questa vicenda è semplice: i musei non sono valorizzati e i turisti restano spaesati. Una vicenda che conferma la mancanza di una programmazione e l’assenza di servizi adeguati alle richieste dei visitatori. Un danno non solo di introiti ma soprattutto di immagine per Perugia e l’Umbria.