Perugia, sgominato gruppo di africani che spacciava nel centro

PERUGIA – Nei giorni scorsi, circa 40 Finanzieri del Comando Provinciale di Perugia sono stati impegnati nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 nigeriani e 2 tunisini, ritenuti responsabili di un vasto traffico e spaccio di droghe pesanti (principalmente cocaina ed eroina) nel centro del capoluogo umbro. Altri due nigeriani sono stati destinatari di un provvedimento che prevede l’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria.

Si tratta dell’epilogo di una complessa e articolata indagine svolta dal Gruppo Operativo Antidroga (GOA) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Perugia e diretta dalla locale Procura della Repubblica, grazie alla quale sono stati individuati i componenti di un gruppo criminale che si riforniva della droga, anche per ingenti quantitativi, da connazionali ubicati in varie regioni d’Italia, tra cui Veneto, Emilia Romagna e Campania.

Le attività investigative, supportate da numerose intercettazioni telefoniche e dai tipici servizi di osservazione, controllo e pedinamento, hanno trovato ulteriore conferma anche da riscontri diretti, con il sequestro delle dosi di stupefacenti cedute ai clienti e con l’arresto dei singoli corrieri.

Complessivamente, le indagini hanno portato alla denuncia di 11 persone, la maggior parte delle quali domiciliate a Perugia (tra cui due destinatari di provvedimento di espulsione dal territorio nazionale) e al recupero di circa un chilogrammo tra cocaina ed eroina, destinato allo spaccio, con ulteriori arresti, in flagranza di reato, di 4 corrieri ovulatori che avevano raggiunto il capoluogo umbro utilizzando linee pubbliche (treni e autobus).

La base operativa del gruppo era collocata nelle zone limitrofe alla Piazza del Bacio e alla stazione centrale di Perugia-Fontivegge, dove uno dei corrieri arrestati era stato coinvolto nell’omicidio di un connazionale tunisino, ucciso a coltellate la notte del 23 settembre 2018.

L’operazione testimonia, ancora una volta, l’impegno operativo del Corpo nello specifico settore per contrastare un fenomeno connotato da forte disvalore e pericolosità sociale, con particolare riferimento ai giovani, generalmente più esposti al rischio di assunzione di sostanze stupefacenti.