I due governi

di Pierluigi Castellani

Oramai tutti gli italiani si saranno resi conto che il nostro paese non ha un governo bensì due governi, che spesso non si trovano in sintonia , anzi che invece non perdono alcuna occasione per punzecchiarsi a vicenda e delegittimarsi l’un l’altro nei rispettivi ruoli. La convocazione al Viminale da parte di Salvini delle organizazzioni sociali , dei rappresentanti di categoria e dei sindacati per parlare della manovra finanziaria del prossimo autunno ne ha reso plasticamente l’evidenza. Da una parte Salvini, che anche per sfuggire all’assedio mediatico scatenato dalla vicenda dei presunti finanziamenti russi alla Lega, ha parlato a tutto campo dei  temi economici del paese senza una preventiva notifica degli stessi temi a Palazzo Chigi , tanto che il Presidente Conte ha confessato di non avere conoscenza dei termini della proposta sulla flat tax presentata in quella occasione alle 43 sigle sociali e sindacli presenti al Viminale. E a ben poco è valsa la precisazione del leader della Lega , che l’incontro lo aveva promosso come leader politico anzichè come vicepremier.

Infatti, tanto per cominciare, perchè l’incontro è avvenuto al Viminale, quindi in una sede di governo, anzichè in una sede di partito ed in un luogo dove si dovrebbe parlare di tutt’altro come di sicurezza degli italiani e di prevenzione della criminalità, che non sembra sia diminuita con Salvini ministro dell’interno. Anzi gli episodi di violenza, soprattutto contro le donne e contro i bambini e gli adolescenti, sembrano che si siano intensificati almeno stando agli ultimi episodi che hanno tenuti occupati gli organi di informazioni in questo ultimo periodo. Perchè Salvini non si occupa di questo e perchè soprattutto non si reca in Parlamento a spiegare che cosa sia avvenuto all’hotel Metropole di Mosca e come mai suoi diretti collaboratori si siano trovati invischiati in una trama internazionale dai contorni tanto oscuri ? E poi c’è l’altro governo, quello di Conte e Di Maio, che non riesce a sciogliere i tanti nodi, che affollano le loro agende. Ancora non si sa come verrà chiuso il dossier Alitalia, cioè se davvero la compagnia di bandiera potrà volare con risorse che non provengano dalle tasche degli italiani, come è avvenuto fino ad ora, o se invece potrà contare su partner privati di provata solidità finanziaria e di effettive capacità manageriali ed industriali.  Ancora non si comprende se il governo gialloverde saprà venire fuori dal pasticcio dell’Ilva di Taranto in cui si è cacciato per l’insipienza del ministro Di Maio. E nulla si comprende sul ruolo che l’Italia vorrà giocare in Europa dopo che si sta avvertendendo tutto l’isolamento in cui si sono cacciati i sovranisti e populisti di casa nostra. Inultilmente il presidente Conte ripete che l’Italia avrà con il suo rappresentante un portafoglio economico pesante nella nuova commissione con il suo rappresentante, quando nulla si sa di questo eventuale rappresentante, che se sarà della Lega, come più volte è stato detto, dovrà prima dissipare tutti i dubbi che sono sorti nell’opinione pubblica europea da quando è scoppiata la vicenda degli opachi rapporti della Lega con la Russia di Putin. E non si tratta di cose da poco, perchè ne va della salvaguardia delle tradizionali alleanze del nostro paese nel contesto europeo ed in quello transatlantico. E tutto questo avviene  quando la nostra economia ristagna ed i problemi degli italiani rimangono tutti sul tappeto. Un paese come il nostro, che ancora vanta la seconda manifettura europea ed il suo ruolo nel G7 dovrebbe avere un governo all’altezza delle sfide del secolo. Infatti due governi non solo sono troppi, ma sommati non ne fanno nemmeno uno.