Regione, sulla nuova Monteluce è il momento della Corte dei Conti. Minoranza spaccata, Pd isolato.

Dopo i pungidito e l’Ospedale da campo ora la Corte dei Conti dovrà occuparsi anche della nuova Monteluce.  A sostenere la necessità di una indagine è tutto il centro destra del Consiglio Regionale dell’Umbria, con la leghista Paola Fioroni capo fila. E’ sua, infatti, la mozione con la quale si chiede l’intervento della Corte dei Conti su quei 43 milioni di euro di beni immobili conferiti nel Fondo immobiliare.  Una mozione che spacca la minoranza e isola il PD, perchè i due gruppi civici di Bianconi e Fora insieme a quello del M5S votano con la maggioranza. Per il centro destra sulla vicenda c’è un danno erariale oltre alle responsabilità politiche delle precedenti giunte. Per l’imprenditrice leghista Paola Fioroni  hanno agito ” con incompetenza e autorefernzialità ” quando hanno preferito ” conferire un ingente patrimonio immobiliare in un rischioso fondo d’investimento piuttosto che valorizzarlo e monetizzandolo a servizio di altri utilizzi sociali certamente più meritevoli”.  Per il gruppo della Lega occorre fare chiarezza su questa operazione in cui nel 2006 la Regione ha apportato il complesso di Monteluce per un valore di 43,7 milioni di euro in un fondo le cui quote oggi non valgono nulla. Questa scelta  configura – a parere della Fioroni – un ingente danno erariale  nei confronti della Regione. ” Anzichè vendere il terreno a soggetti privati – sostiene la proponente della mozione – e incassare subito un corrispettivo, la Regione e l’Università decisero di assumersi un rischio d’impresa, attraverso la creazione di un fondo immobiliare chiuso ad apporto pubblico multicomparto gestito da un intermediario finanziario”. La Regione e l’Università proprietarie degli immobili e dei terreni su cui essi sorgevano, li conferirono al neo-costituito Fondo, ricevendo delle quote di esso. Il Fondo avrebbe poi preso dalle banche i capitali necessari a realizzare i nuovi immobili  da vendere o locare. L’obiettivo era quello di far aumentare il valore delle quote in modo da realizzare una buona plusvalenza.  Per tutta una serie di ragioni ciò non si è verificato e le quote si sono più che deprezzate. Sarà la Corte dei Conti – dopo il voto di ieri a Palazzo Cesaroni-  ad approfondire tutta la vicenda e stabilire se c ‘è stato un danno erariale così come sostiene la mozione della vicepresidente dell’Assemblea legislativa Paola Fioroni.