Ripartenza lenta, saracinesche alzate ma pochi clienti. Idea saldi e promozioni.

Ripartenza lenta nella settimana che segna il quasi ritorno alla normalità in Umbria. Riavvio in sordina per i negozi, fatta eccezione per barbieri e parrucchieri. A Perugia, come a Terni, vetrine accese e saracinesche alzate in quasi tutti i negozi C ‘è voglia di ripartire mentre si delimitano con adesivi i percorsi e gli ingressi. In molti c’ è speranza – anche a Foligno e Città di Castello – anche se in giro non si vedono ancora molte persone. Molti commercianti sottolineano di essere alle prese con magazzini pieni di merce da pagare. Uno dei ristoranti tra i più frequentati dai perugini, “Peppone” a piazza Morlacchi, è ripartito con l’entusiasmo di prima ma, sottolinea Antonello cliente fedele, sembra tutta un’altra storia. Da Cesarino, altro ristorante molto frequentato nel centro di Perugia, c’è stata una rimpatriata di amici del proprietario Palmiro Milletti. Alla spicciolata sono arrivati i clienti storici: dall’avvocato Luciano Ghirga al Professor Elmo Mannarino, dal re del jazz Luciano Pagnotta al Presidente dell’aeroporto Ernesto Cesaretti, dall’imprenditore Carlo Carini  all’ingegner Mario Fagotti. Il motivo ? Sono due per l’esattezza : ” ritrovarci tra amici e dare un segnale d’affetto al titolare “. Insomma la ripartenza riesce a metà. Cosa si può fare allora per rilanciare i consumi ?  Tra i commercianti umbri – da Spoleto ad Orvieto – c’ è chi propone saldi e promozioni fino alla fine dell’emergenza Covid. ” Nulla sarà come prima – confessa un commerciante umbro – oggi ogni esercizio deve essere libero di monetizzare come ritiene più opportuno, sia attraverso campagne di vendita che di promozione di tutte le giacenze di magazzino”. Le preoccupazioni dei commercianti sono assai comprensibili in quanto le aziende hanno saltato di fatto una stagione che è quella primaverile, i magazzini sono pieni di merci che bisogna smaltire. Quindi è ovvio che per incentivare la gente all’acquisto bisogna fare qualcosa di particolare. Del resto i negozi hanno necessità di liquidità  per ripartire, anche per pagare affitti e personale, e saldare le merci già acquistate. Dare respiro ad una categoria così fortemente colpita dalle conseguenze del lockdown contribuirà ad evitare forse il fallimento di tanti esercizi ed il licenziamento di centinaia di lavoratori.