Saldi invernali, in Umbria si parte il 5 gennaio: preoccupa la concorrenza online

In Umbria, come nella maggior parte delle regioni italiane, i saldi invernali 2023 partono il 5 gennaio. A livello nazionale, secondo l’ufficio studi di Confcommercio, saranno 15,4 milioni le famiglie che si dedicheranno allo shopping scontato e ogni persona spenderà circa 133 euro, per una spesa media per famiglia di 304 euro e un giro di affari di 4,7 miliardi di euro. Nonostante le dinamiche del mercato siano molto cambiate, soprattutto a causa dell’on-line, le vendite di fine stagione continuano ad essere un momento importante sia per le imprese sia per i consumatori. ” Ci aspettiamo un andamento positivo – afferma il presidente di Federmoda Umbria Confcommercio Carlo Petrini – perché i consumatori avranno a disposizione un’ampia scelta di prodotti di moda, tendenza e qualità. E saranno veramente tanti ed ottimi gli affari che si potranno fare negli esercizi commerciali delle nostre città, perché i prezzi non hanno subito aumenti come invece in altri settori che hanno risentito dell’inflazione e, soprattutto perché i clienti oggi sono perfettamente in grado di valutare con attenzione dov’è la convenienza e cosa è opportuno comprare. Insomma buoni affari per i consumatori e una iniezione di liquidità per le imprese, comunque ancora alle prese con molte difficoltà”. C’è poi una dinamica che infastidisce il presidente Petrini. “E’ sotto gli occhi di tutti – sottolinea – che, magari come vendite private, i saldi vengono di fatto anticipati da molte imprese di alcuni giorni, e che i consumatori gradiscono questa cosa. Non li possiamo chiamare pre-saldi secondo la legge, ma saldi sono nella sostanza. Il che genera un primo problema di concorrenza. E poi c’è l’ e-commerce: sono moltissime e di diversi settori le attività fisiche umbre che vendono on-line e che dunque dell’ on-line devono seguire le logiche e le strategie di marketing. Quindi da un lato abbiamo il mercato che va in una direzione, dall’altro regole inesistenti o obsolete: così la gestione dei saldi tradizionali in questo contesto diventa sempre più difficile, anche perché è molto impegnativa sotto il profilo burocratico. Ecco perché rimane vivace la discussione sul futuro dei saldi”.