Sanità, fino al 2020 l’Umbria tra le migliori regioni italiane nelle cure essenziali

Nel 2020, anno dello scoppio della pandemia, solo 11 regioni hanno superato la soglia di sufficienza sia per quanto riguarda la prevenzione, sia l’assistenza territoriale e ospedaliera. Secondo i risultati del monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) pubblicati dal ministero della Salute, a registrare un punteggio superiore a 60 in tutte le 3 macro-aree sono: Piemonte, Lombardia, Provincia di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Puglia. Un monitoraggio che consegna più di una riflessione per quanto riguarda la nostra Regione. Innanzitutto, l’Umbria nel 2020 era ancora una Regione con un’adeguata assistenza sanitaria, gli ospedali umbri si posizionavano tra i migliori del Paese e le tre aree di assistenza  (prevenzione, distrettuale e ospedaliera) garantivano una buona sanità. Dal monitoraggio del ministero emerge che tre anni fa l’Umbria si collocava tra le regioni del Centro Nord che garantivano servizi di eccellenza. Sostanzialmente si può dire – con sicurezza – che l’ultima giunta di centrosinistra di Palazzo Donini ha lasciato alla nuova giunta di centrodestra una sanità che godeva di ottima salute. A questo punto la domanda che viene spontanea è la seguente: come sia stato possibile in soli tre anni (2020-2023) perdere queste performance ? Difficile da spiegare. Gli unici a poter dare una risposta a questa domanda sono gli attuali amministratori di Palazzo Donini, soprattutto la governatrice Donatella Tesei e l’assessore Luca Coletto. Dal pronto soccorso ai trapianti passando per gli screening tumorali, nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) rientrano le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di ticket. Ebbene, l’Umbria nel 2020 ha superato la soglia di sufficienza di tutti questi e altri servizi erogati dal sistema sanitario pubblico. C’è una regione che ha un punteggio insufficiente in tutte le 3 macro-aree (Calabria), ci sono regioni che hanno un punteggio insufficiente in due macro aree (Campania, Basilicata, Valle d’Aosta, Provincia di Bolzano e Sardegna) e ci sono regioni che hanno un punteggio insufficiente in una macro area (Liguria, Abruzzo, Molise e Sicilia). Diverse le criticità attribuibili all’effetto pandemia. Nell’area ospedaliera hanno subito – si legge nella relazione a cura della Direzione generale della programmazione sanitaria –  un peggioramento marcato rispetto al 2019 screening, vaccinazioni, aumenti tempi nell’area emergenza-urgenza, riduzione consumo antibiotici, re-ricoveri e ricoveri inappropriati. Per la prima volta il monitoraggio è stato redatto attraverso il Nucleo sistema di garanzia (Nsg), strumento che rappresenta “una svolta significativa nelle metodologie di monitoraggio dei Lea”.