Stretta Covid, per ora l’Umbria evita il lockdown ma è borderline. Previsioni non buone.

Le Regioni più vicine al lockdown sono Lombardia e Piemonte, che hanno l’indice Rt sopra a 2.  Poi ci sono alcune regioni borderline  come Liguria, Calabria e Puglia.  La certezza sui provvedimenti da adottare ci sarà oggi, anche alla luce dei dati più aggiornati.  Sulla base dei numeri si decideranno le caselle nelle quali finiranno le regioni, con la partenza in automatico di provvedimento di contenimento. Ma andiamo con ordine e vediamo quale sistema governerà le prossime settimane di pandemia, dopo il rimpallo di responsabilità fra Regioni e Governo sulle competenze. Ci sono tre livelli, uno nazionale e due locali. Tre livelli ai quali si approda sulla base di alcuni parametri elaborati dal Comitato tecnico scientifico. Il primo parametro è sicuramente l’indice di contagiosità Rt, il secondo è la saturazione delle terapie , terzo disponibilità dei posti letto negli ospedali, quarto tamponi effettuati e altro.  Se finisci in uno di questi, le misure scattano in automatico. In caso di inerzia interviene il governo.  Il livello più basso è quello occupato dalle regioni che hanno un Rt tra 1,25 e 1,5 , diciamo che queste regioni sono in preallerta. Le regioni che hanno un Rt superiore all’1,5  – come l’Umbria – presentano un rischio molto alto, che però ancora consente di evitare il lockdown . Quindi in questo momento nel girone peggiore dovrebbero finire Lombardia e Piemonte, rischia la stessa fine la Calabria, mentre Puglia e Liguria restano sul filo. Qui si potrebbe decidere il lockdown , con uscite consentite solo per motivi di lavoro e salute, con autocertificazione.  Ma la previsione al 26 novembre  vede altre regioni che rischiano di fare la fine della Lombardia e delle altre quattro messe peggio. Infatti il  Comtato tecnico scientifico vede al 26 novembre alcune regioni, compresa l’Umbria, oltre la soglia del 30% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e/o del 40% negli ospedali. Una previsione che porterebbe l’Umbria, in questo caso,  nel livello più alto di rischio. Le misure saranno modulate anche temporalmente , prendendo in considerazione l’altro elemento che mette a rischio pronto soccorso e ospedali, ovvero l’influenza. Basterà, quindi, una sola settimana di dati molto negativi per essere oggetto di ordinanze restrittive.  Non bisogna dimenticare che ieri l’Umbria ha registrato una percentuale di positivi (193) rispetto ai tamponi fatti (628) pari al 30,73 %, il giorno prima è stata del 22,01%.  Un tasso di contagiosità che non promette nulla di buono.