Tra Regione e Provincia ballano 23 milioni di euro, una cifra da capogiro che fa tremare i palazzi

La cifra è consistente, qualcosa come circa 23 milioni di euro. E’ il debito che la Regione dell’Umbria ha contratto negli anni con la provincia di Perugia. Soldi che Palazzo Donini avrebbe dovuto versare nelle casse dell’amministrazione provinciale per le funzioni attribuite ad essa in materia di servizi ambientali, trasporti e viabilità regionale.  Una cifra da capogiro, con il pericolo Corte dei Conti dietro l’angolo. Per tutelarsi Nando Mismetti prima, Luciano Bacchetta poi e Stefani Proietti oggi, hanno più volte sollecitato la Regione. A settembre dello scorso anno il Consiglio provinciale, a maggioranza, aveva deliberato di trasmettere alla Corte dei Conti tutti gli atti, corredati da una relazione contabile e amministrativa che ripercorreva le diverse fasi della vicenda. Solo per la viabilità regionale il debito accumulato dal 2016 dalla Regione  per la gestione delle strade ammonta a più di 20 milioni di euro. Nel 2020 il Servizio gestione della viabilità della Provincia aveva scritto al Prefetto, mettendo in evidenza  il mancato trasferimento delle risorse finanziarie. Mancati finanziamenti che mettevano a rischio la sicurezza sulle strade, oltre all’impossibilità di intervenire su ben 47 dissesti idrogeologici e sulle manutenzioni. Lo scorso 1 marzo si è tenuto un incontro tra Provincia e Regione per provare a trovare una soluzione su questa montagna di debiti pregressi. ” Una cifra da capogiro, capace di mettere a repentaglio la stabilità dei conti e sulla quale vicenda c’è necessità di fare chiarezza”, afferma il consigliere regionale Tommaso Bori, che ha presentato una interrogazione  alla giunta regionale “per conoscere quale sia ad oggi la situazione dei reciproci rapporti tra Regione Umbria e Provincia di Perugia”. Bori chiede, inoltre, di sapere “quali siano le intenzioni della Regione per saldare tale debito senza creare ammanchi nel bilancio regionale”.  Una cifra consistente, sottolineano i consiglieri della Lega in Consiglio regionale, ” soprattutto in una fase in cui le risorse pubbliche regionali risultano essenziali per fronteggiare gli effetti diretti e indiretti della pandemia”.  I leghisti però puntano il dito sulla precedente giunta di centrosinistra ricordando che ” i fatti risalgono ‘in primis all’epoca Marini”. In parte è vero, anche se in questi quasi due anni e mezzo di giunta Tesei le cose non sono cambiate affatto e la situazione si è ulteriormente appesantita. Siamo allo scaricabarile, nessuno vuole rimanere con il cerino in mano. Alla fine sarà proprio la Corte dei Conti a stabilire cosa sia effettivamente successo in questi anni.