Ultimo giorno di lavoro per Fausto Cardella. Caso Palamara: chattava anche con De Ficchy.

Dopo 43 anni trascorsi in magistratura oggi è l’ultimo giorno con la toga, prima della pensione, per Fuasto Cardella, Procuratore generale di Perugia e protagonista di alcune delle inchieste più importanti della recente storis italiana. In una intervista di pochi giorni fa alla giornalista Erica Pontini , de La Nazione , il Procuratore Cardella – magistrato stimato e apprezzato – ha ricostruito 43 anni di carriera. ” L’indagine che non riuscirò mai a scordare ? Quella sulla strage di Capaci. Dal punto di vista professionale è stato come correre in Formula Uno per la qualità dei rapporti e le cose che ho imparato. Dopo Capaci niente è stato più come prima” , ha detto il magistrato. Poi si è soffermato sulla figura di Falcone. ” Gli devo anche un pranzo – ha ricordato Cardella – che non ho fatto in tempo a ricambiare. Man mano che il tempo passa emerge la grandezza della sua figura e del suo pensiero “. Del dibattimento del processo Pecorelli, Cardella ha spiegato di ricordare in particolare ” l’esame e il controesame di Tommaso Buscetta fatto con Coppi. E’ stata una delle esperienze professionali più interessanti della carriera”. Infine una considerazione sull’ Umbria: ” Non è affatto un’ isola felice, anche se resta una regione con una qualità della vita superiore”. Nella sua carriera iniziata a Marsala, Fausto Cardella si è occupato anche dei casi di Luigi Chiatti e del rapimento di Augusto De Megni. Per Cardella quello che fa la differenza tra l’Umbria e altre regioni è  ” un’amministrazione pubblica migliore”.  Nelle stesse ore in cui lo stimato Procuratore generale lascia la magistratura scoppia l’ennesima bufera sulla giustizia, innescata dalle ultime intercettazioni dei colloqui di Luca Palamara e culminata con le dimissioni del vertice dell’ Associazione nazionale magistrati. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Verità, e da altri giornali nazionali, tra coloro che comunicavano con Palamara, sia tramite Whatsapp che mediante chiamate vocali, c’era anche il Procuratore della Repubblica di Perugia, Luigi De Ficchy. Quest’ultimo , fino al giugno 2019, ha condotto un indagine proprio su Palamara. I contatti della chat depositata agli atti prendono il via il 6 febbraio 2018, quando la Procura di Roma arresta Fabrizio Centofanti, un imprenditore romano conosciuto sia da De Ficchy che da Palamara. Secondo la Procura di Roma  Centofanti è stato artefice di una serie di reati molto gravi tanto da costruire il cosiddetto ” mondo Centofanti”, composto da molteplici figure deputate al compimento di una pluralità di reati economico-finanziari, complessi e strutturati. Un lobbista con amicizie importanti, arrestato proprio nel febbraio 2018. Ebbene, in un’intercettazione telefonica del 16 maggio 2016, Palamara parla con il pm Stefano Fava ed etichetta De Ficchy ( scrive testualmente Il Giornale.it) come ” un telecomandato” nonchè ” influenzabile ” per via dei suoi presunti rapporti con alcuni personaggi coinvolti in varie inchieste. Secondo “Il Giornale” si tratta del commercialista Maurizio Sinigagliesi, nome citato dal Pm Fava nell’intercettazione, e, appunto, Fabrizio Centofanti, presunto corruttore di Palamara.  Fava chiede a Palamara “fino a quanto si lascia coinvolgere su questa cosa”, riferendosi a De Ficchy. La risposta del pm è – a parere del “Il Giornale” –  chiara ed emblematica: ” Totale, e te lo sto dicendo, totale De Ficchy conosce benissimo Fabrizio “. In un altro passaggio, si parla dell’arresto di Centofanti: ” De Ficchy, dall’8, quando lo avete arrestato, quel febbraio 2018, veniva ogni venerdì per parlarmi “.  Alla domanda del giornalista del perchè tratteneva rapporti così intensi con Palamara, De Ficchy risponde che ” era un collega ” . In merito alla presunta chiacchierata sull’inchiesta di Perugia, De Ficchy perde la pazienza :” Sicuramente non è stato informato da me. Mi perdoni, chiudiamo questa conversazione, lei parla con De Ficchy, se lo ricordi” .