Verso la GMG di Lisbona. Le esperienze “controcorrenti” dei giovani umbri

Il lungo pellegrinaggio dei giovani delle diocesi umbre verso la GMG di Lisbona con papa Francesco (24 luglio – 8 agosto) è seguito dai canali social e siti web del settimanale La Voce e dell’emittente Umbria Radio InBlu, che realizzano quotidianamente un interessante “diario di viaggio” grazie a giovani “inviati” tra gli stessi pellegrini, ragazzi e ragazze con la passione per i media. Comunicano esperienze, incontri, celebrazioni, catechesi, visite ai luoghi in cui vengono ospitati da parrocchie e famiglie attraverso brevi ma efficaci “reportage”. Ascoltandoli, quello che si coglie, soprattutto nell’osservare i loro volti e nel sentire le loro voci cariche di entusiasmo di chi si “alza e va in fretta ad incontrare, a visitare l’altro che spesso è Dio stesso tra gli uomini”, testimoniano concretamente il tema scelto dal Papa per questa GMG: “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39).

Alla GMG si diventa maggiorenni. Di certo alla GMG non ci si annoia, anzi, tutt’altro. Fin dal viaggio di andata in autobus (una ventina con più di 800 pellegrini a cui si aggiungeranno altri oltre 400 delle comunità del Cammino Neocatecumenale, per un totale di quasi 1.300), l’atmosfera che avvolge questa nutrita rappresentanza umbra, guidata da alcune decine di sacerdoti, è sintetizzata da una frase pronunciata da due giovani: «Alla GMG ci aspettiamo nuovi incontri con altri giovani, nuove esperienze, soprattutto per chi è alla sua prima GMG, in particolare una riscoperta del nostro rapporto con Dio». Esperienze “controcorrenti” se si pensa che in questo periodo la gran parte dei giovani è in vacanza al mare, all’estero o alle prese con la movida estiva nelle città fino all’alba per sfuggire – si giustificano – alla calura del giorno. La “storia” di Sofia, giovane della Diocesi di Orvieto-Todi, che, non curante del suo diciottesimo compleanno trascorso in pellegrinaggio su un autobus, anziché in una discoteca, fa quasi apparire i giovani della GMG “anacronistici”, “distanti” dai loro coetanei “normali”. La neo maggiorenne, con voce disinvolta, ha detto: «E’ un compleanno abbastanza particolare, quasi speciale, di sicuro non me lo sarei aspettato, però è andato bene!».

La GMG normalità della vita. Alla GMG si va per pregare, riflettere sul senso della propria esistenza (diversi sono i momenti di preghiera, le celebrazioni e le catechesi), ma anche per conoscere nuova gente e vedere nuovi posti, per arricchire il proprio bagaglio culturale ed esperienziale di vita in comunione-condivisione non sempre in comodità. Molti giovani dormono nelle palestre e in strutture parrocchiali, non tutti possono essere accolti dalle famiglie del luogo. La fatica e la stanchezza si fanno presto sentire, ma questi ragazzi sono contenti di esserci, di testimoniare la loro presenza anche con momenti di festa, di allegria cantando e suonando. Alle GMG ci si innamora, anche, nascono rapporti di coppia, maturano vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata. La GMG è nella normalità della vita dei giovani, visti, forse, all’esterno della Chiesa, un po’ all’“antica”, ma “normali” come tanti altri.

Accendere un grande fuoco. «Il bello delle GMG non è per riposarsi, ma per accendere un fuoco, un grande fuoco nel nostro cuore che è l’entusiasmo della fede». A sottolinearlo è don Marcello Cruciani, delegato regionale della Pastorale giovanile delle Chiese umbre, uno dei sacerdoti che guidano i giovani in pellegrinaggio. «Un entusiasmo di fede – continua don Cruciani – che i ragazzi condividono con i loro coetanei che man mano conoscono durante il “gemellaggio” prima della GMG di Lisbona. Un “gemellaggio” che stiano vivendo dalla sera del 26 luglio nella Diocesi di Aveiro, a 250 chilometri a nord di Lisbona, bagnata dall’Atlantico, che ha organizzato molto bene la nostra accoglienza con grande passione e partecipazione di tutti, anche delle autorità civili locali che ci hanno accolto per vivere in serenità giornate così importanti per la vita di questi giovani».

Non pochi sono coloro che partecipano alla GMG anche per conoscere altre Chiese diocesane e il rapporto che queste hanno con i giovani, a testimonianza del loro interesse per il presente e il futuro della stessa Chiesa.

Un’accoglienza che colpisce per la sua autenticità e semplicità. Lo raccontano un po’ tutti gli intervistati umbri, perché, dicono, «sono luoghi pieni di vita e di colori molto simili all’Italia, meravigliosi che ti lasciano a bocca aperta, carichi di semplicità genuina che fa bene al cuore. Noi siamo onorati e felici di essere qui. Le persone che ci accolgono ci hanno fatto sentire subito in famiglia e parte di loro. Ci hanno donato anche una piccola rondine, simbolo della famiglia perché vola e poi ritorna sempre nello stesso nido. È una accoglienza che colpisce, molto autentica, fatta da persone semplici, ma generose che hanno saputo darci tantissimo con pochissime cose. È un’accoglienza straordinaria!».

Quest’accoglienza lascerà il segno in tanti di loro ed una volta rientrati a casa sapranno prenderla di esempio ed imitarla quando ne avranno l’occasione.