Artigianato, in provincia di Perugia chiudono quattro imprese al giorno. Dal 2011 perse 2000 realtà ma c’è capacità di resistenza

PERUGIA – La fine del tunnel “è lontana” per un settore come l’artigianato ancora “in crisi”. A dirlo è la Camera di commercio di Perugia che presentando l’indagine “Movimprese-Artigiani 2016” per la provincia di Perugia segnala che dal 2010 si sono chiuse poco meno di quattro imprese al giorno. In sette anni – dal 2010, vero inizio della grande crisi, al 2016 – hanno chiuso 9.859 imprese artigiane. Nel 2016, e per il sesto anno consecutivo, si riduce quindi il tessuto di imprese artigiane operanti in provincia di Perugia.

Cinque anni fa, al 31 dicembre 2011, erano 18.559. Al 31 dicembre 2016 sono 16.654, 321 in meno rispetto al 2015. La perdita è di quasi 2.000 imprese (- 10,2%). Tuttavia, emerge sempre dall’indagine, l’artigianato perugino dimostra “buona capacità di resistenza” e nello stesso periodo (2010/2016) ha visto l’apertura di 7.745 imprese, oltre duemila in meno rispetto alle chiusure, “ma pur sempre una voglia di fare impresa importante”, con più di 1.100 nuovi imprenditori artigiani entrati sul mercato ogni anno. “Numeri impressionanti, riconducibili senza dubbio alla crisi, ma non solo”, commenta con una nota il presidente della Camera di commercio di Perugia Giorgio Mencaroni. “L’artigianato attraversa una fase di profonda, e se vogliamo anche positiva, razionalizzazione – prosegue – ma è condizionato dal peso di un progressivo invecchiamento degli imprenditori, nonché da quello che appare il tramonto di certi mestieri, sempre meno attrattivi dal punto di vista imprenditoriale. A tutto questo vanno sommati gli effetti devastanti prodotti dalla caduta dei consumi delle famiglie (e la loro lentissima ripresa), dalla pressione fiscale oltre il limite della sopportabilità, da un accesso al credito, per certi versi praticamente azzerato e dal costante aumento dei costi di gestione”.

Restano in crisi i grandi settori produttivi artigiani. Le costruzioni, il comparto con il maggior numero di imprese (6.298) arretra di un altro 2,9%: in sette anni le imprese artigiane delle costruzioni sono passate da 7.690 a 6.298 unità. Nel manifatturiero il calo di imprese è più contenuto (-1,3% rispetto al 2015, con stock a 4.360 imprese). L’indagine, come fa però notare il presidente Mencaroni, qualche indicazione positiva comunque la offre. “La spinta a recuperare terreno – spiega – ha investito soprattutto alcuni settori dell’universo dei servizi: cresce (+ 0,6%) il settore ‘Noleggio, Agenzie di viaggio, Servizi di supporto alle imprese’ e si consolida quello delle ‘Altre attività di Servizio’, in cui opera quasi il 14% del totale delle imprese provinciali”. Altro dato “interessante” di Movimprese-Artigiani 2016 va individuato nella crescita costante delle società di capitali, la forma giuridica delle imprese più solide e strutturate, “evidentemente dovuta a processi di razionalizzazione dell’attività artigiana innescati anche questi dalla crisi”. Nel 2016, sul totale delle imprese artigiane, quasi il 6% sono società di capitali. Una crescita costante e ininterrotta che dal 2010 marcia a un ritmo medio del +5,7% ogni anno. Per forma giuridica restano comunque prevalenti le ditte individuali (71,9%) e le società di persone (21,7%). Il confronto tra le province italiane, infine, dice che soltanto 2 province hanno realizzato un tasso di crescita positivo: Milano (+0.43%) e Bolzano (+0,19%). Perugia si colloca nella parte bassa della graduatoria con un tasso di crescita negativo di -1,83%.

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