Assisi, il ricordo di Renzo Rosati. Del Sette: “Umbria ha dato il sangue dei suoi Carabinieri”

ASSISI – «Dopo ventinove anni siamo qui a ricordare Renzo Rosati, il suo sacrificio, un giovane carabiniere di poco più di venticinque anni, caduto a Castel Madama, vicino Roma, durante l’esecuzione di un servizio notturno. Per un nonnulla, quasi, chi lo uccise spense una vita così importante». Sono le parole, commosse, del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette. L’alto graduato dell’Arma ha preso parte oggi alla celebrazione religiosa, che si è tenuta a Santa Maria Maggiore in Assisi, per il ricordo del Carabiniere ucciso.

«E’ uno dei caduti dell’Arma – ha detto il Generale all’interno del Santuario della Spogliazione -, uno dei militari, che sono morti, e che provenivano da questa regione. Una regione abitata da persone fondamentalmente sane, buone, lavoratori, da sempre vicini all’Arma dei Carabinieri». Del Sette ha poi detto che gli umbri sono da sempre vicini ai valori etici che ispirano la tradizione dei Carabinieri e delle altre Forze chiamate a dare sicurezza al Paese.

«Renzo – sottolinea ancora Tullio Del Sette – è uno dei caduti che questa Terra ha dato. Una regione nella quale la qualità della vita resta molto soddisfacente. Una terra nella quale si può vivere in pace, si può vivere – ha detto – lavorando proficuamente e in una condizione di sicurezza che io considero elevata».

Il Generale non dimentica certo gli altri militari morti. «All’Arma – dice – è stato richiesto un tributo di sangue molto alto in questa regione. Un sacrificio che ogni volta ci addolora, noi vediamo, adesso la signora Ada (mamma di Renzo ndr) che, dopo ventinove anni, ricorda insieme a noi ricorda suo figlio. Con noi, questa mattina, c’è anche Dario Angelucci, papà di Andrea , che dopo otto anni è qui a ricordare suo figlio. Anche Andrea figlio dell’Umbria caduto nell’adempimento del suo dovere. Penso a Fezzuoglio, non originario di qui, ma caduto ad Umbertide».

Tullio Del Sette non nasconde affatto la sua emozione. «E’ un segno evidente – afferma – di quanto generoso sia l’impegno dei Carabinieri. Per me che vivo da tanti anni nell’Arma e sono figlio di un Carabiniere (per altro nato in Umbria) è motivo di mia grande soddisfazione aver dedicato la vita al lavoro in questa Istituzione. Che in realtà è una vera missione. Vivere l’esperienza da Carabiniere è una delle più belle realtà che, anche oggi, ci è data da vivere». Il generale Tullio Del Sette, prima di partire, ha abbracciato a lungo la signora Ada e il signor Dario.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.