Assisi, il vescovo Sorrentino contro i matrimoni per moda in città: “Non venite solo per motivi estetici”

ASSISI – Ha fatto scalpore la presa di posizione del vescovo Domenico Sorrentino. Una posizione, espressa attraverso una intervista su Avvenire, in cui il presule esprime di fatto un concetto: no ai matrimoni ad Assisi per motivi estetici, le prime scelte degli sposi per la location devono essere le chiese parrocchia. Sorrentino specifica che non ci sia alcun divieto e che il suo è un appello, una raccomandazione, alla luce della crisi della famiglia e dei valori tradizionali.

Un appello supportato anche dai numeri: stando a quanto riferito dal vescovo infatti le nozze celebrate ad Assisi, e quindi fuori dalla parrocchia di residenza, rischiano di essere nulle. “Ė vero, ma senza esagerare – dice Sorrentino – Ho conosciuto anche delle coppie che mi hanno testimoniato la bellezza della loro unione, benedetta decenni prima nella nostra Città. Può tuttavia capitare che chi sceglie di venire ad Assisi, allontanandosi dalla propria comunità, spesso non ha fatto fino in fondo il cammino di preparazione. E i nodi, prima o poi, vengono al pettine”.

Le nozze possono essere ancora celebrate ad Assisi dunque, però con alcuni accorgimenti: “Cerchiamo però di illuminare i richiedenti sulla opportunità di celebrare il matrimonio nelle loro parrocchie di provenienza. Chiediamo inoltre, quando ci sono ragioni veramente speciali per venire da noi, il discernimento del loro vescovo o suo delegato. In questo caso possono celebrare il sacramento ad Assisi in una delle chiese parrocchiali o in alcuni santuari ben determinati”.

Parole che hanno portato il vescovo anche a dover predisporre una precisazione: “Non c’è alcun divieto e alcuna preclusione alla celebrazione dei matrimoni ad Assisi. Il Vescovo ha inteso solo richiamare una normativa che da anni è in vigore nella Chiesa italiana, chiaramente espressa nel Direttorio di pastorale familiare della CEI n.82, a vantaggio di un cammino di coppia che sia compiuto con senso di responsabilità e di partecipazione comunitaria nelle parrocchie di provenienza degli sposi, lasciando il discernimento delle loro motivazioni per la celebrazione in Assisi ai rispettivi pastori”.

“I riferimenti normativi si trovano nel Codice di diritto canonico (“I matrimoni siano celebrati nella parrocchia in cui l‘una o l’altra parte contraente ha il domicilio o il quasi-domicilio o la dimora protratta per un mese, oppure, se si tratta di girovaghi, nella parrocchia in cui dimorano attualmente; con il permesso del proprio Ordinario o del proprio parroco il matrimonio può essere celebrato altrove (can 1115)”) e nel “Dal Direttorio di Pastorale familiare della C.E.I. Proprio in forza della dimensione propriamente ecclesiale del sacramento – è scritto qui – ribadiamo che il luogo normale delle nozze è la comunità della parrocchia nella quale i fidanzati sono inseriti e alla cui vita e missione prendono parte”.

 

 

 

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