Ast, giornata di lotta: dal blocco di viale Brin a quello della stazione, tutte le iniziative, sostegno della Ceu

TERNI – Si è protratta per tutto il pomeriggio la protesta degli operai Ast che dalle 16.30 hanno bloccato i binari della stazione. Solo intorno alle 19.30, dopo l’arrivo del questore Belfiore e la decisione di mettere ai voti la prosecuzione o meno dell’agitazione, i manifestanti hanno abbandonato i binari e sono tornati davanti alle portinerie dello stabilimento di viale Brin dove continua il presidio. Si conclude così una intensa giornata di mobilitazione. La protesta è scattata contro l’avvio della mobilità (a 537 operai sono già arrivate le lettere) intrapreso dall’azienda dopo che l’altra notte la trattativa tra sindacati e Ast è fallita. Quella di oggi è stata una giornata in cui si sono ricorse le iniziative su due fronti: da un lato l’azienda che ha dato avvio alle iniziative unilaterali (avvio delle procedure per la mobilità di 550 operai e cancellazione del contratto integrativo) dall’altro i sindacati e i lavoratori che hanno levato il loro grido di protesta.

Che sarebbe stata una giornata ad alta tensione era prevedibile dopo la rottura del tavolo al Mise, ma i toni si sono inaspriti quando l’azienda ha impedito lo svolgimento dell’assemblea sindacale con i lavoratori all’interno dello stabilimento vietando l’ingresso a chi non era di turno. A quel punto, intorno alle 12.30, centinaia di operai si sono ritrovati davanti ai cancelli, lungo viale Brin e bloccando la strada hanno dato comunque la possibilità ai sindacati di svolgere l’assemblea e di riferire sull’esito dell’incontro di Roma.

L’assemblea dei lavoratori, ha condiviso la proposta delle organizzazioni sindacali di promuovere un percorso di mobilitazione finalizzato a far valere le ragioni dei lavoratori del sito ternano così articolato: presidio immediato delle portinerie con sciopero di tutto lo stabilimento fino 14 di venerdì e con ulteriore iniziative di scioperi articolati, per reparti, che proseguiranno fino a data da destinarsi;

impegno a promuovere, entro la settimana prossima, una giornata di sciopero generale territoriale per portare all’attenzione del Governo nazionale, ai massimi livelli, il disagio di un’intera comunità;

la necessità di organizzare in tempi rapidi una manifestazione generale a Roma che porti all’attenzione dello stesso Governo i temi relativi all’importanza che Terni e le produzioni ternane hanno nel Sistema Paese, non escludendo il coinvolgimento di tutte le città siderurgiche italiane.

Al termine dell’assemblea, nel primo pomeriggio, gli operai si sono spostati davanti alla Prefettura di Terni dove una delegazione di sindacati è stata ricevuta dal prefetto Bellesini, quindi, intorno alle 16.30 i manifestanti si sono spostati alla stazione dove hanno occupato i binari. Si è trattato di un’iniziativa che si è svolta pacificamente anche se ci sono stati timori che nel corteo potessero mischiarsi “infiltrati” provenienti da fuori città per portare scompiglio.

I treni coinvolti dal blocco sono stati 19: un Frecciabianca e 3 regionali sono stati deviati verso Chiusi-Terontola-Foligno con allungamento di un’ora del tempo di percorrenza; 2 Intercity e 12 Regionali sono stati limitati nel percorso, cioè i viaggiatori sono stati trasbordati su bus sostitutivi tra Orte e Spoleto; un Regionale è stato soppresso.

Dopo qualche ora il corteo si è diviso: mentre una parte dei lavoratori si è diretta verso la sede del Pd, che è stata occupata pacificamente non senza però manifestare il proprio scontento per la votazione sul Jobs act ieri al Senato, alcuni lavoratori sono rimasti a presidiare i binari fino a sera. I disagi alla circolazione ferroviaria sono stati definiti “fortissimi” con ritardi molto superiori a un’ora per ogni convoglio.

Nei prossimi giorni dunque la mobilitazione continuerà. E mentre si pensa a organizzare uno sciopero cittadino e una manifestazione a Roma, il segretario regionale della Cgil, Mario Bravi chiama a raccolta tutta la regione e  dice che “dopo lo sciopero immediato dei lavoratori di Ast e la mobilitazione generale della città di Terni, che sosterremo con tutte le nostre forze, crediamo sia necessario allargare al più presto la risposta all’intera regione e al paese, perché in gioco non sono soltanto centinaia di posti di lavoro a Terni, ma il futuro dell’intera economia regionale e della siderurgia in Italia”.

“Riteniamo gravissima – continua Bravi – l’inadeguatezza e l’arrendevolezza dimostrata dal governo Renzi che ha presentato una proposta di mediazione al ribasso assolutamente irricevibile, tutta incentrata sul taglio dei salari e dei diritti. La Cgil dell’Umbria, consapevole della portata di questa battaglia, è pronta a spendere tutte le sue forze in difesa dell’occupazione e del futuro produttivo delle acciaierie di Terni”.

A margine di una giornata a nervi tesi gli operai incassano il sostegno dei vescovi umbri che ” esprimono viva preoccupazione per il fallimento delle trattative che interessano i lavoratori dell’Ast di Terni”.

“La rottura delle trattative – dicono i vescovi della Ceu – rende ancor più grave la situazione sociale e occupazionale dell’intera regione dell’Umbria a seguito del paventato avvio della procedura di licenziamento per oltre 500 lavoratori, che porta con sé conseguenze umane e sociali dolorosissime”.

I vescovi, mentre esprimono la loro vicinanza e solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie in questo difficilissimo momento, rivolgono un accorato appello alle parti in causa, ThyssenKrupp, Governo, Sindacati, Istituzioni affinché riprendano immediatamente il dialogo e le trattative con toni sereni e aperti alla comprensione reciproca per trovare una soluzione equa e dignitosa per tutti, specie per i più deboli della vertenza in atto.

 

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