Ast, la produzione del “Treno a caldo” a marzo si assesta sotto le previsioni. Le Rsu: “L’organizzazione attuale non garantisce il milione di tonnellate annue”

TERNI – A marzo la produzione  del reparto “Treno a caldo” dell’Ast si sono attestati sotto i livelli previsti”. E’ quanto emerso oggi nel corso di una riunione tra le Rsu/Rsl di Ast e la Direzione Aziendale La produzione del reparto si sarebbe fermata a 75 mila tonnellate, 8.000 in meno rispetto a quanto programmato, a causa di diverse fermate dell’impianto. Per aprile si prevedono invece 86 mila tonnellate.
“Dalla discussione, rispetto a nostre specifiche questioni evidenziate – dicono i sindacati – si è confermato che nel mese di marzo ci sono state diverse fermate dell’impianto, tali da non aver permesso la fattibilità dei volumi previsti. Ci è stato inoltre confermato che in alcune fasi standard operative, con la disponibilità dei lavoratori, si è ricorso in più occasioni all’utilizzo dello straordinario. Tale necessità, avviene principalmente nelle giornate del lunedì, dove, per effetto della turnistica applicata in modo unilaterale dall’azienda, è prevista una manutenzione programmata dell’impianto, che vede l’indispensabile presenza degli operatori d’esercizio, inoltre chiamati ad effettuare orari di lavoro particolari.
Nel area “Toc” l’Azienda ha confermato la volontà di procedere con l’Innovazione tecnologica che potrebbe comportare una riduzione di 1 unità/turno. Durante tale processo vengono mantenute le 7 unità/turno previste, con il fermo di una rettifica “giustina” qualora tale assetto non sia completamente presente.
Le Rsu/Rls di Ast, nonostante alcuni buoni propositi riscontrati nella riunione, in materia di ambiente e sicurezza, valutano complessivamente non positivo il nuovo processo organizzativo del reparto Lac. In particolare registrano ritardi nella risoluzione delle problematiche sulla sicurezza già denunciate; ritengono l’assetto organizzativo non sufficientemente dimensionato a garantire almeno un milione di tonnellate di acciaio fuso l’anno; evidenziano l’utilizzo di turnazioni anomale, modifiche all’orario di lavoro e gestione impropria dello straordinario, “questioni queste – dicono i sindacati – tese a giustificare e garantire un’organizzazione dal nostro punto di vista sbagliata”. Inoltre secondo i sindacati “ancora oggi non si ha ben chiaro il livello di formazione e informazione dei lavoratori interessati ai nuovi processi”.
Le Rsu/Rls ritengono che tali problematiche vadano risolte al più presto, altrimenti – dicono – “ci vedremo costretti ad intraprendere tutte quelle iniziative necessarie a tutela dei lavoratori”

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