Ast, lo sciopero va avanti da un mese, Governo e parte dei sindacati arricciano il naso

Lo sciopero dei lavoratori Ast va avanti da un mese. I passi in avanti fatti sulla trattativa nella maratona di 40 ore non sono bastati a rasserenare gli animi. Di certo non hanno rasserenato gli animi di quella fetta dei lavoratori che ieri all’assemblea ha gridato più forte la sua rabbia e la voglia di proseguire con lo sciopero. Ma il fronte, è inutile nasconderlo, non è compatto. Molti i lavoratori che avrebbero voluto riprendere l’attività. Lo dice lo stesso segretario nazionale della Ugl, Maria Antoniella Vicaro, segretario nazionale della Ugl metalmeccanici. In un tweet scrive: “Ast Terni assemblea divisa sullo sciopero vince chi urla di più ma forse abbiamo perso tutti”.

Pacata e risentita anche la reazione del Governo. In una nota il ministro Guidi si dice preoccupata per il prosieguo dello sciopero. “La disponibilità, confermata dall’azienda, a modificare a fondo il piano industriale è il risultato dell’azione condotta dal Governo ed è positivo che sia stata ora riconosciuto anche dalle organizzazioni sindacali – si legge nella nota del Mise – Questo è il risultato essenziale per ridare una prospettiva produttiva e occupazionale adeguata al sito di Terni, in linea con il rilievo strategico dell’Ast per l’economia italiana”. Nel comunicato del ministero dello Sviluppo economico si sottolinea come “su richiesta delle parti, il Governo si è spinto per senso di responsabilità a cercare di favorire un avvicinamento delle posizioni sul contratto integrativo, terreno propriamente delle parti. Avvicinamento che, nella giornata di mercoledì, si è potuto registrare”.

Proprio alla luce di questa evoluzione della vertenza, “il governo, pur nel pieno rispetto dell’autonomia delle parti, non può che registrare con preoccupazione il fatto che i sindacati non abbiano ancora scelto forme di lotta più coerenti con lo stadio raggiunto dal negoziato, tali da ridurre finalmente i costi sopportati dai dipendenti e dalle loro famiglie, nonché tali da evitare il rischio grave di compromettere il futuro di Terni sui mercati di riferimento”.

Per questo, “il governo auspica pertanto che mercoledì, alla ripresa della trattativa, si sia registrata una evoluzione più costruttiva del contesto nel quale si svolge il negoziato e delle modalità di confronto tra le parti”.

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