Bps – Scs, Visco indagato dalla Procura di Spoleto insieme ai commissari Bankitalia

SPOLETO – Ignazio Visco, il governatore della Banca d’Italia, sarebbe indagato a Spoleto. Visco sarebbe finito sotto la lente della procura da settembre insieme ad altri sette amministratori e vigilanti della Popolare di Spoleto nell’ambito di un’inchiesta sul commissariamento e la successiva vendita della Bps e della cooperativa controllante Credito e Servizio. Lo rileva oggi “Il Fatto quotidiano”. Le accuse sarebbero di un certo rilievo. Si va dalla corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio alla truffa. Figurano poi l’abuso d’ufficio e l’infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità.

L’inchiesta punterebbe a fare luce sul passaggio della Bps al Banca Desio durante un commissariamento che il Consiglio di Stato ha giudicato illegittimo. Indagati insieme a Visco i commissari nominati da Bankitalia: Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile, e anche i componenti del comitato di Sorveglianza Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio. Nel gruppo di coloro che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia anche l’attuale vicepresidente di Banco Desio e presidente di Bps, Stefano Lado.

La vicenda affonda le proprie radici nel 2010. La Bps era un istituto di credito in salute, come certificato  dall’ispezione della Banca d’Italia. Era controllata dalla cooperativa Spoleto Credito e Servizi, con all’interno il Mps. L’ispezione si conclude con l’invito a far fuori il presidente Giovannino Antonini che si dimette con il cda per essere rieletto al vertice della cooperativa Scs.

La crisi continua con una seconda ispezione e un’inchiesta della procura sui vecchi vertici. Il Monte dei Paschi decide allora di uscire, dicendosi disposto a vendere le proprie azioni alla cordata Clitumnus. Bankitalia allora commissaria tutto, Bps e Scs. Gli esponenti di Palazzo Koch decidono poi di vendere a Banco Desio e in un aumento di capitale la quota di Scs si diluisce, scendendo dal 51 al 10 per cento.

Il colpo di scena arriva con il Consiglio di Stato che giudica il commissariamento illegittimo. Si avviano dunque i ricorsi dei soci che presentano in procura un esposto firmato dall’avvocato Riziero Angeletti. Nel frattempo cambiano anche i vertici della procura, che cambiano linea. Delle indagini sui vecchi vertici di Bps si perdono le tracce, sotto la lente ora c’è il vertice di Bankitalia.

Interrogate, alcune fonti della Banca d’Italia hanno rilasciato un commento sulla vicenda: «Con riferimento alla notizia comparsa oggi sulla stampa relativa alle vicende della Banca Popolare di Spoleto, la Banca d’Italia non è a conoscenza di alcuna iniziativa dell’autorità giudiziaria». In una nota ufficiale, poi, Via Nazionale scrive che «con riferimento alla notizia comparsa oggi sulla stampa relativa alla vicenda della Banca Popolare di Spoleto, la Banca d’Italia non e’ a conoscenza di alcuna iniziativa dell’autorità giudiziaria».

Da parte della procura spoletina le bocche sono cucite. Non c’è nessuna smentita ma neanche nessuna conferma alle indiscrezioni stampa. La procura sta valutando alcuni atti in relazione all’indagine e gli accertamenti sono condotti nel più assoluto riserbo.

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