Caso Umbertide, Leonelli e Miccioni contro l’ex sindaco: “Ha scaricato su istituzioni tensioni tutte politiche e personali”

PERUGIA – Il segretario regionale del Pd Umbria, Giacomo Leonelli e il segretario provinciale Leonardo Miccioni intervengono sulla vicenda di Umbertide, che ha portato alla caduta del sindaco in carica e al commissariamento del Comune.
“L’esito della crisi politica apertasi al Comune di Umbertide – scrivono in una nota – è il peggiore che si potesse pensare. Non solo perché da una parte le dimissioni dei consiglieri di maggioranza, che contrastano con il mandato elettorale dei cittadini, rappresentano un gesto chiaramente da stigmatizzare, ma soprattutto perché dall’altra il sindaco, che avrebbe dovuto considerare prioritaria la tenuta della maggioranza come accade in tutti i Comuni, ha fatto, per primo, delle istituzioni una camera di compensazione di tensioni tutte politiche e personali, dapprima allontanando senza essersi confrontato con il partito due assessori eletti, quindi mostrando chiusura totale a possibili mediazioni, per poi tentare un recupero in extremis una volta presa coscienza del fatto che anche i consiglieri di opposizione erano pronti a rassegnare le dimissioni”.
“La segreteria regionale e quella provinciale del Pd hanno fatto quanto nelle loro possibilità – continua la nota – per sanare divisioni complesse in un momento altrettanto complesso: in un primo momento si è convocata una riunione con l’intento e l’auspicio di trovare una necessaria sintesi, quindi si è chiesto al sindaco di non produrre atti che avrebbero rischiato di compromettere irrimediabilmente il clima. Questo non è accaduto e con la revoca delle deleghe (nelle piene prerogative del sindaco ma facilmente foriera di contraccolpi importanti non essendo conseguente a difficoltà di carattere amministrativo) a due assessori per motivi squisitamente politici la crisi si è acuita, avvelenando un clima già difficile. Abbiamo poi, messo sul tavolo alcune ipotesi di mediazione, che il sindaco ha respinto più volte fino ad accettarne i contenuti solo quando le condizioni erano ormai insanabili, stante, a quanto ci si riferisce, anche gli incontri avvenuti con le opposizioni”.
“Ora – proseguono – non accetteremo che si cerchino scorciatoie rispetto alle responsabilità di una vicenda dolorosa per il Pd, come lo è stato, a suo tempo, quella delle elezioni anticipate al Comune di Gubbio, e per i cittadini. E non accetteremo, allo stesso tempo, di farci carico delle conseguenze di atti come l’allontanamento di due assessori su quattro, la cui origine è stata prodotta da chi, come fa il piromane rispetto ai vigili del fuoco, oggi invoca il mancato o tardivo intervento dei livelli superiori del partito quando non ha avuto grosse remore a fare ciò che quegli stessi livelli superiori gli avevano detto espressamente di non fare”.

Sulla vicenda interviene anche la Cgil: “Quali sono le motivazioni che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale di Umbertide e quindi al commissariamento di un comune così importante per l’Umbria?”. A chiederlo sono i segretari generali della Cgil dell’Umbria e di Perugia, Vincenzo Sgalla e Filippo Ciavaglia, che esprimono preoccupazione per le conseguenze negative che questa crisi politica porterà inevitabilmente alle cittadine e i cittadini di Umbertide. “Siamo in una fase economica e sociale nella quale l’ordinaria amministrazione non è sufficiente se si vuole tentare di uscire realmente da una crisi ormai decennale nella quale il nostro territorio ha fatto enormi passi indietro – dichiarano i due sindacalisti – per questo chiediamo di comprendere, nell’interesse di chi rappresentiamo, lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, cosa sia successo per giustificare un’iniziativa del genere. Perché è chiaro – concludono Sgalla e Ciavaglia – che se lo scioglimento dovesse derivare da diatribe politiche, slegate dai problemi reali delle persone, saremmo di fronte ad un fatto di estrema gravità”.

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