Castello di San Girolamo, dopo monsignor Paglia altri quattro indagati escono dall’inchiesta

NARNI – Ci sono altre quattro archiviazioni nell’ambito dell’inchiesta sulla compravendita del castello di San Girolamo a Narni. Dopo quella dell’ex vescovo di terni, Vincenzo Paglia, il gip di Terni Maurizio Santoloci, su richiesta del pubblico ministero Elisabetta Massini, ha stralciato le posizioni del presidente dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero Giampaolo Cianchetta, dell’ex vicario episcopale della diocesi Francesco De Santis e di due ex assessori del Comune di Narni, Simona Bozza e Roberta Isidori.
Ai quattro venivano contestati i reati di associazione a delinquere e appropriazione indebita, accuse per le quali è stata rilevata la totale estraneità.
L’inchiesta, che vede indagate altre 11 persone con varie ipotesi di reato, ha preso le mosse dalle presunte irregolarità nell’asta di vendita del castello, di proprietà comunale, che avrebbero coinvolto personaggi vicini alla diocesi.
“La positiva conclusione della vicenda del Castello di San Girolamo nei confronti del nostro assistito Mons. Francesco De Santis, al tempo Vicario episcopale della Diocesi di Terni Narni e Amelia, ci rende pienamente soddisfatti – commentano gli avvocati Giuseppe Marazzita ed Ermanno Ventura – anche per le modalità in cui è avvenuta, grazie all’operato del pm Massini che ha chiesto ed ottenuto dal Gip l’archiviazione dell’indagine che lo riguardava. In tal modo – dicono i due legali – la Procura e il Tribunale di Terni hanno riconosciuto la completa estraneità di monsignor De Santis nella vicenda dell’acquisto del cosiddetto Castello di San Girolamo; acquisto, peraltro, a cui il medesimo prelato è sempre stato contrario”.
Il vescovo padre Giuseppe Piemontese, avuta notizia dell’archiviazione del procedimento nei confronti di monsignor Francesco De Santis e di Giampaolo Cianchetta “esprime la propria soddisfazione per la conclusione del procedimento che ha riconosciuto la loro estraneità dai fatti che erano stati contestati. Del resto la consapevolezza della buona fede e del retto operare di entrambi nella vicenda della compravendita del castello-convento di San Girolamo – si legge in una nota della Diocesi – non è mai venuta meno, come pure è stata sempre viva la fiducia nella Magistratura. Resta in attesa che la verità possa finalmente venire alla luce per il buon nome della Diocesi e il risarcimento di quanto ingiustamente le è stato sottratto”.

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