Comune di Terni: approvato il rendiconto di gestione 2015

TERNI – Il consiglio comunale ha approvato lunedì sera a maggioranza il rendiconto di gestione 2015 come illustrato dall’assessore Piacenti, comprensivo dell’emendamento di Giunta, con 21 voti a favore e 8 contrari.

Anche l’atto d’indirizzo proposto da Andrea Cavicchioli a nome del Pd e degli altri gruppi di maggioranza è stato approvato con 21 voti a favore e 8 contrari.

“Quando parliamo di atti fondamentali della gestione di un ente locale non deve sfuggirci che il bilancio, seppur costituito di numeri è anche fatto di amministrazione e di politica”. Lo ha detto in sede di replica al dibattito sul conto consuntivo 2015 del Comune di Terni, l’assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi stasera in consiglio comunale.
“Non dobbiamo dimenticare – ha detto –  che il 2015 è stato un anno difficilissimo per gli enti locali, il peggiore, perché non solo ci troviamo dentro una crisi economica generale, ma perché abbiamo subito una riduzione generalizzata dei trasferimenti, con nuove regole contabili che hanno determinato obblighi cogenti e con l’introduzione del cosiddetto pareggio di bilancio, che impone un salto culturale nella gestione delle finanze locali”.

“Quando si fa riferimento al pareggio di bilancio – ha aggiunto Piacenti D’Ubaldi –  il problema è sì l’indebitamento consolidato, ma in particolare occorre lavorare per ricostruire il perimetro dell’intervento del pubblico, in modo che sia compatibile con le nuove regole”.
“Noi – ha aggiunto l’assessore – abbiamo una grande responsabilità e ne siamo fieri: dobbiamo – a fronte del nuovo quadro normativo e di un vero e proprio cambiamento culturale –  cercare di risolvere problemi che non sono stati creati solo dalle amministrazioni di centro sinistra. Anche l’amministrazione Ciaurro – ha detto Piacenti – ha effettuato investimenti pari a 97 miliardi di lire”.

“Il tema del risanamento dei conti del Comune riguarda dunque la città e non il centrosinistra o il Pd. Lo spirito della nuova normativa è quello di risolvere l’indebitamento eccessivo. Oggi non c’è più lo Stato che interviene a babbo morto, oggi si chiede responsabilmente ad ogni comunità di trovare al suo interno le risorse per uscire da queste situazioni”.

Rispetto alle questioni specifiche Piacenti D’Ubaldi ha riferito che “è in fase molto avanzata l’ipotesi di chiudere tutta la partita della finanza derivata dal 2002 al 2007, perché oggi ci sono le condizioni per farlo e per dare sicurezza al sistema del debito di questo comune”.

“Le osservazioni dei revisori dei conti – ha sottolineato –  individuano in maniera chiara le criticità dell’ente, che noi ben conoscevamo. Oggi hanno una radicalità maggiore: o aggrediamo alcune questioni, o facciamo scelte chiare, o la situazione non si risolve e si arriverebbe alla gestione commissariale”.
“Rispetto alle risposte dobbiamo essere convinti. Sui servizi, come nel caso delle mense, dobbiamo continuare a garantire una buona qualità, ma i servizi devono costare di meno alla comunità. Sui trasporti non è più sostenibile che alcuni comuni umbri contribuiscano poco o nulla e comuni come Terni finanzino eccessivamente il sistema”.
Piacenti poi, ricordando che il Comune è in regola sul costo del personale, ha detto che la pre Fornero va applicata entro il 31 dicembre “nella maniera più larga possibile in un sistema di equità complessiva, dai dirigenti all’ultimo dipendente, avendo presenti alcuni criteri”. “Abbiamo tutti i margini per un’operazione intelligente cercando di fare meno male possibile a chi potrebbe perdere risorse da questa operazione”. “Le economie che otterremmo sui pensionamenti ordinari  potrebbero servirci per nuove assunzioni e il Comune ha molto bisogno di risorse fresche e di professionalità nuove più adatte ai tempi che corrono. La pre Fornero ci potrebbe dunque consentire, dal 2017, modeste azioni di riqualificazione della struttura del personale”.
“Sulle partecipate abbiamo la necessità di operare alcune azioni: sull’Asm – ha specificato – l’amministrazione comunale non vuole fare cassa, ma costruire un progetto industriale che le dia una prospettiva solida. Sulle farmacie occorre capire se il settore è strategico o il processo di dismissione ha un senso per migliorare la struttura finanziaria di questo ente”.

“Facile ascoltare chi protesta – ha detto infine riferendosi al consiglio – occorre sistemare e aggredire i problemi, solo così arriveremo alla scadenza della consiliatura con il vento in poppa, altrimenti la gestione diventa difficile”.
“Dall’opposizione – ha concluso –  e in particolare dal  M5S mi aspetto ogni tanto una proposta: è troppo facile fare i sindacalisti di ogni protesta della città. Se si applicassero le ricette che vengono dall’opposizione il default sarebbe arrivato da un pezzo”.

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