Confindustria e Confcommercio sul Decreto terremoto: “Risposte insufficienti”

PERUGIA – “Pur apprezzando l’apertura e la disponibilità mostrata dalle varie Istituzioni pubbliche interpellate nel corso di questi mesi, le attuali notizie che pervengono dal Parlamento, riportate dalla stampa, portano a ritenere che non è stata ben compresa la gravità delle ricadute negative che le notizie sul terremoto hanno generato sull’intero comparto del turismo regionale”. A dirlo Confindustria e Confcommercio Umbria, che esprimono le proprie posizioni sul danno indiretto dal sisma.

“Si è appreso  – sostengono Confindustria e Confcommercio  dell’Umbria – che in merito al danno indiretto siano state individuate risorse pari a 23 milioni di euro da destinare alle zone del cosiddetto cratere e fuori dal cratere non solo al turismo ma anche ad altri comparti produttivi come il commercio e l’artigianato senza aver previsto di circoscrivere tali ultimi interventi limitandoli a quelli strettamente connessi al turismo e da suddividere tra tutte le regioni interessate dal terremoto. Se tale notizia risultasse confermata appare evidente l’assoluta inadeguatezza delle risorse messe a disposizione a fronte del danno subito dal comparto turistico. Ulteriore preoccupazione deriva anche dalla procedura che viene prevista per l’assegnazione di tali risorse, che porta a ritenere tempi estremamente lunghi prima che le aziende possano beneficiarne.”

“La realtà è talmente grave che occorre un intervento immediato. Le aziende non possono attendere. Il rischio è quello che il danno indiretto venga riconosciuto quando le imprese che avrebbero potuto beneficiarne non esistano più. Ben più importante e necessario infatti, al fine di dare subito un sostegno significativo alle aziende, cosi come da richiesto dalle associazioni di categoria regionali in sede di audizione con la VIII Commissione della Camera dei Deputati, è intervenire sul carico fiscale che le nostre aziende sono costrette a sostenere nonostante la grave caduta verticale dei fatturati. In quella sede era stata formulata la richiesta di una sospensione e di una riduzione dell’Imu per la quota di competenza dello Stato e di un intervento normativo volto a sospendere e a ridurre il carico della Tari su strutture che sono di fatto vuote e che certamente non producono rifiuti. Non risulta che tali richieste siano state prese in considerazione e che se ne stia discutendo in Parlamento. Sono invece questi gli interventi di cui sentono un forte bisogno gli operatori del settore insieme ad una disposizione normativa che preveda la dilazione dei tempi di ammortamento dei mutui attivati presso il sistema bancario. In merito a quest’ultima richiesta vi è una traccia negli emendamenti proposti dalla Commissione ma con l’indicazione che tale misura sia a favore solo delle aziende collocate in seno al cosiddetto cratere. Ciò lascia intendere che non sia stato compreso che per gli operatori del turismo il danno derivante dalla forte riduzione di fatturato è un problema che ha interessato sia le aziende dentro che fuori dal cratere”.

“L’appello che Confindustria e Confcommercio hanno lanciato in tutte le sedi istituzionali ad oggi ha avuto delle risposte assolutamente insufficienti. Forse non è chiaro ai nostri Amministratori che a rischio non vi sono solo il destino di centinaia di imprese ma anche di migliaia di posti di lavoro e che per l’Umbria, già in un contesto di crisi economica, la caduta del settore del turismo porterebbe a una condizione ancor più drammatica le condizioni economiche del nostro territorio.

Confindustria e Confcommercio Umbria chiedono dunque, appellandosi alla Regione Umbria, in particolare alla presidente Marini, ed anche alle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori, che siano mandati segnali chiari e netti al Parlamento affinché accolga le richieste avanzate senza indugi e adotti tutti gli interventi necessari al riguardo”.

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