Città di Castello, donna uccisa: indagato il figlio. Il silenzio in Procura, oggi l’autopsia. Su Instagram foto e cuoricino blu

PERUGIA – Giaccone chiaro, mani in tasca. Esce così dagli uffici della Procura della Repubblica di Perugia Federico Bigotti, 21 anni. Da pochi minuti il Procuratore aggiunto Antonella Duchini e il Pm Carmen D’Onofrio lo accusano di omicidio volontario aggravato. Lo accusano di aver colpito con otto coltellate, procurando la morte, sua madre Anna Maria Cenciarini di 55 anni. Il ragazzo non parla davanti ai magistrati perugini, decide di non rispondere alle domande della dottoressa Duchini. Eppure quando esce dagli uffici della Procura lo si vede fischiettare, quasi inconsapevole della gravità della situazione. Oggi sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Anna Maria presso l’istituto di medicina legale. Ieri ricognizione sul cadavere, oggi vanno capiti quali e quanti siano stati i colpi mortali.
Su Instragram ha postato una foto con l’hasthag riposa in pace mamma e un cuoricino blu. Ma ormai gli inquirenti vanno dritti verso una direzione: omicidio maturato in ambito familiare.

Federico Bigotti è arrivato nel pomeriggio di ieri negli uffici di piazza Partigiani. Il giovane era insieme al padre padre Antonio e al fratello maggiore Christian, che comunque non erano stati convovati. Ma c’erano anche gli avvocati Francesco Areni e Vincenzo Bochicchio. L’avviso di garanzia è stato notificato per il conferimento dell’incarico in vista dell’autopsia che sarà eseguita oggi a Perugia.

“HO VISTO MIA MADRE COLPIRSI DA SOLA CON IL COLTELLO”: IERI HA RACCONTATO AI CARABINIERI
“Ho sentito la mamma urlare, sono sceso e l’ho vista colpirsi”. È stato questo il racconto shock di Federico, che ha trovato la madre, Annamaria Cenciarini, in un lago di sangue in cucina. Accanto al cadavere il coltello.

In caserma sono stati sentiti anche l’altro figlio della donna e il marito, avvisati della tragedia dal 21enne e subito rientrati a casa. L’idea su cui si stanno muovendo gli inquirenti infatti è che il delitto possa essere maturato in ambito familiare. La cautela è massima e non ci sono le condizioni per escludere alcuna ipotesi, ma la mancanza di effrazioni all’interno dell’abitazione non consentirebbe di pensare ad un delitto commesso da esterni. La casa in cui è avvenuto il delitto inoltre è molto isolata e ciò non aiuterà a capire l’eventuale transito di estranei.

Qualche chiarezza in più dovrebbe arrivare dall’autopsia. Intanto nel casolare sono stati sequestrati alcuni oggetti. Tra questi un giaccone scuro, probabilmente per verificare la presenza di tracce ematiche.

Intanto la città è sgomenta. Dopo le frasi a caldo del sindaco Bacchetta, arrivano anche le testimonianze dei fratelli di Annamaria e degli amici. “Una tragedia, una cosa incredibile”, dicono alcuni amici fuori dal casolare durante tutta la giornata. Crea particolare soggezione l’eventualità di un delitto familiare, soprattutto in quella che appariva una famiglia normale. Tutti raccontano Annamaria come una donna forte, che aveva avuto problemi di salute e per questo non lavorava più. Si occupava dei figli e del nipote e pensava a come organizzare il capodanno.
Il racconto di Federico

Anna Maria Cenciarini, una vita tranquilla dedita alla famiglia

Uccisa in casa con otto coltellate

 

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