Ex Merloni, piccoli investimenti: arrivano 24 domande 7 restano fuori per mancanza di fondi. Smacchi (Pd): “Subito un milione in più”

NOCERA UMBRA – “La Regione, per assicurare lo sviluppo e la ripresa dell’area ex Merloni, si impegni a finanziare tutte le domande pervenute per la misura di sostegno alle piccole e medie imprese (azione 3.1.1. ) che metteva sul piatto tre milioni di euro per investimenti di almeno 100mila euro”. Così il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd), che ha presentato una mozione per chiedere “la copertura finanziaria di tutte le domande ammesse attraverso lo stanziamento di un ulteriore milione di euro”.

“Delle 24 domande presentate nei termini previsti – spiega Smacchi – ben sette risultano essere ammesse ma non finanziate per carenza di fondi. Tali progetti hanno raccolto punteggi molto alti, a dimostrazione dell’alto valore imprenditoriale ed economico.  Nello spirito di solidarietà e sussidiarietà che ha animato la Regione in questi anni difficili per la fascia appenninica – prosegue Smacchi – è necessario dunque un ulteriore sforzo, al fine di produrre il massimo risultato possibile per un territorio in difficoltà a causa della crisi dell’elettrodomestico, della ceramica e dell’edilizia”.

“Finanziando tutte le domande pervenute ed ammesse con un ulteriore milione di euro, eventualità prevista dall’avviso pubblico – continua Smacchi – si darebbe ancora più forza al piano di reindustrializzazione dell’area ex Merloni, individuata in 17 comuni, composto da otto misure regionali e nazionali. Un piano che prevedeva circa 28 milioni di euro e che mirava a stimolare il maggior numero di investimenti, per creare occupazione e crescita. La strada individuata, con l’intersecarsi di strumenti nazionali e regionali, è quella giusta e l’interesse verso tali misure è già stato dimostrato: per quanto riguarda lo strumento legato alla legge 181, gestito da Invitalia, sono state presentate 23 richieste per investimenti complessivi di 118,5 milioni e un’occupazione programmata di 559 persone. Ora – conclude Smacchi – non resta che fare l’ultimo sforzo”.

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