Foligno, chiesa-cubo al gelo, ecco la versione di Fuksas

FOLIGNO – Dopo giorni di polemiche, sul caso della chiesa-congelatore a Foligno, dove i parroci della hanno deciso di spostare la messa nel salone parrocchiale perché all’interno del luogo sacro fa troppo freddo, arriva la versione di Massimiliano Fuksas, il celebre architetto ha disegnato l’opera, un cubo di cemento armato alto 25 metri per 700 metri quadrati di superficie, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Il noto progettista è stato chiamato in causa da sacerdoti (don Antonio Ronchetti e Giovanni Zampa) e fedeli del complesso parrocchiale, secondo i quali le temperature gelide che si registrano l’inverno all’interno della chiesa, che avrebbero portato a un allontanamento delle gente dalla messa e comportato una serie di disagi, sarebbero dovute a “problemi strutturali”. Da qui la presa di posizione e la replica rispetto a una vicenda da giorni alla ribalta delle cronache, fino a diventare un caso nazionale.

Fuksas si affida al suo ufficio stampa, il quale chiarisce subito che “come ogni progetto, anche la realizzazione del Complesso Parrocchiale di San Paolo a Foligno è il risultato della collaborazione multidisciplinare fra esperti in diversi campi. Nel caso della Chiesa, si precisa che lo Studio Fuksas è stato responsabile del progetto architettonico e di interior design mentre, per quanto riguarda gli Impianti, si è avvalso della consulenza e delle competenze dell’Ai Engineering, S.r.l.”.

È quindi l’ingegner Stefano Cremo, amministratore delegato del gruppo Ai Engineering, a intervenire come segue “in merito alla notizia relativa al disagio riscontrato nella Chiesa di San Paolo, dove la messa è stata celebrata nel salone parrocchiale perché lo spazio Sacro risultava troppo freddo”.

“Trattandosi di un edificio inaugurato nel 2009 – afferma l’ingegner Cremo – è incredibile che possa succedere un tale disagio a distanza di anni, soprattutto, in un anno meno freddo di altri. Per quanto attiene alla nostra responsabilità di progettisti, si possono fare le seguenti considerazioni: l’isolamento termico dell’involucro edilizio, la potenza e il rendimento dell’impianto di riscaldamento sono stati progettati in modo conforme alla legge; le caldaie sono del tipo a condensazione, ad alta efficienza e rispetto per l’ambiente; l’impianto di riscaldamento è del tipo a pannelli radianti a pavimento, estesi a tutta la superficie della chiesa; per questo impianto, che agisce principalmente sull’inerzia termica della struttura, è da prevedere un funzionamento continuo”.

“Da quanto si legge sui giornali – continua l’Ad dell’Ai Engineering – il parroco denuncia 800 euro al mese per il riscaldamento. La chiesa ha un volume di circa 13.000 mc, considerando che tutti gli 800 euro siano riferiti al riscaldamento della sola chiesa, tralasciando la canonica, si ottiene una spesa di circa 6 centesimi per mc.Come esempio di confronto, per un alloggio di 100 mq, con un volume di circa 300 mc, si avrebbe una spesa di soli 18 euro al mese! E’ evidente che il problema è la volontà del parroco di non spendere soldi per il riscaldamento, probabilmente motivata dallo scarso utilizzo della chiesa”.

Rispetto alla soluzione con “super lampade radianti”, che secondo quanto il quotidiano La Nazione sarebbe allo studio dell’architetto Fuksas e della Conferenza Episcopale Italiana, l’ingegner Cremo afferma che
“non so nulla riguardo le ‘super lampade radianti. Comunque penso che si faccia riferimento a sistemi di riscaldamento ad infrarossi. Questi sistemi consumano energia elettrica e invece di scaldare la chiesa scaldano le sole persone. Diventano convenienti se utilizzati per poche ore alla settimana, senza considerare il costo di investimento”.

L’amministratore delegato dell’Ai Engineering sottolinea, infine, che “Abbiamo preso contatti con il geom. Rossini, dell’impresa Ediltecnica esecutrice dei lavori, e il sig. Valentini, della ditta installatrice Termoidraulica che realizzò l’impianto, ci hanno confermato che nessuno li ha contattati per queste problematiche o per problemi relativi al funzionamento dell’impianto”.

Insomma, la polemica sulla chiesa-congelatore sembra destinata a continuare.

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