Foligno, festa S. Feliciano, il vescovo: “Accogliere immigrati ma fieri della nostra identità. I kamikaze non sono martiri ma criminali”

FOLIGNO – “Integrazione significa non confondere l’accoglienza con la beneficenza: la prima coinvolge e crea un legame, la seconda si accontenta di un gesto; integrazione vuol dire non essere prevenuti verso chi professa una fede diversa, ma nemmeno sprovvisti di una chiara e fiera consapevolezza della propria identità culturale e religiosa”. Parole del vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, pronunciate stamani, in cattedrale, durante l’omelia per la solenne celebrazione eucaristica in onore di San Feliciano, patrono della città.

Il presule, davanti a centinaia di fedeli e alle massime autorità civili e militari del territorio, prendendo spunto dal martirio del Santo, descritto come “testimonianza di libertà e di fedeltà: la libertà di dare la propria vita per rimanere fedele al Vangelo”, ha affrontato il tema della libertà religiosa e dell’integrazione fra popoli e culture, fra cristiani e musulmani, usando toni piuttosto forti contro quanti uccidono in nome di Dio.

“Il termine martirio – ha detto monsignor Sigismondi – non può essere equivocato, è stato assunto per indicare, accanto ai martiri della fede, i martiri della patria, della mafia, del lavoro, del totalitarismo: fedeli alle proprie idee, testimoni fino alla morte. Quando i kamikaze, che dicono di agire nel nome del Profeta, si definiscono ‘martiri’ e affermano di essere disposti al ‘martirio’, anzi di cercarlo, occorre gridare con forza che non sono martiri: non lo sono nemmeno per larghissima parte dell’Islam! I kamikaze non sono martiri, ma criminali con pulsione suicida. Il martire è tutt’altra cosa: è sempre disarmato; ama, non odia; non si toglie la vita, ma la dona; è incapace di qualsiasi violenza; non cerca il martirio ma, se costretto, è disposto a subirlo. La sua testimonianza è mite e pacifica: estingue l’odio con il perdono. Pertanto, le parole martire e martirio non possono essere corrotte nel senso voluto dai kamikaze, perché dimenticheremmo due millenni di storia, di umanità e di fede. Occorre, dunque, difendere queste parole dall’aggressione dei violenti e dalla dabbenaggine dei distratti”.

“L’ora del dialogo tra cristiani e musulmani – ha detto ancora il vescovo di Foligno – suona oggi con la forza di un campanone, poiché le derive islamiche e i diversi comportamenti terroristici che segnano i nostri giorni stanno sfigurando il volto dell’Islam e fanno dimenticare la qualità dei suoi valori religiosi”.
Da qui l’appello all’integrazione, ma senza dimenticare di difendere l’identità culturale e religiosa dei cristiani.

“La nostra identità civile ed ecclesiale – ha concluso il presule – è fondata sul martirio di san Feliciano: celebrare la festa del santo Patrono significa rileggere, con umile fierezza, la genesi della storia della nostra città e riscoprire le radici della nostra fede che egli ha confessato con mite fortezza”.

Alla celebrazione hanno preso parte tutti i presbiteri diocesani, il vescovo emerito di Perugia, monsignor Giuseppe Chiaretti, e monsignor Ioannis Spiteris, Arcivescovo di Corfù, diocesi gemellata con Foligno. Tante le autorità presenti, tra cui i sindaci di Foligno, Spello e Valtopina, il senatore Luciano Rossi, l’assessore regionale Vincenzo Riommi, il consigliere regionale Luca Barberini, il presidente del Consiglio comunale di Foligno, Alessandro Borscia e diversi consiglieri comunali, esponenti della Giunta comunale di Foligno, il generale Luca Covelli, comandante del Centro di selezione e reclutamento nazionale dell’Esercito, rappresentanti delle associazioni categorie e sindacali. Presente anche una delegazione dell’Ente Giostra Quintana, tra cui il presidente uscente Domenico Metelli e i dieci nuovi priori.

Nel pomeriggio, nonostante il freddo, centinaia le persone presenti alla solenne processione per le vie del centro storico, durante la quale la statua d’oro e d’argento di San Feliciano è stata fatta sfilare tra canti e preghiere.

I festeggiamenti in onore del patrono proseguono il 25 e il 26 gennaio con la tradizionale fiera: oltre 200 bancarelle, con prodotti di vario genere, saranno presenti nell’area antistante lo stadio comunale e in alcune zone del centro cittadino.

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