Foligno, omicidio Lucentini, ricostruita in caserma la scena del presunto crimine

FOLIGNO – Hanno ricostruito nei minimi dettagli la scena del presunto crimine, scattando foto e facendo rilievi tecnici utili a ricostruire la verità sulla morte di Emanuele Lucentini, il carabiniere ucciso da un colpo di mitraglietta M12 sparato dall’arma in mano al collega Emanuele Armeni, all’intero della caserma di Foligno. I legali di parte civile, Maria Antonietta Belluccini e Giuseppe Berellini, insieme alla moglie della vittima e ad alcuni consulenti tecnici, stamattina hanno effettuato un sopralluogo nel posto in cui è morto il militare. L’auto di servizio da cui, la mattina del 16 maggio, sono scesi Emanuele Lucentini ed Emanuele Armeni, al rientro dal turno di notte, è stata riportata sullo stesso punto in cui era stata parcheggiata nel cortile della struttura militare, così come le altre auto presenti quel giorno nel parcheggio. I consulenti tecnici hanno cercato di ricostruire quanto è accaduto, convinti che quel colpo non sia potuto partire accidentalmente da una M12 ma sia stato esploso volutamente da Armeni, che si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Così come sostenuto dalla pubblica accusa, che ha chiesto e ottenuto dal gip di Spoleto l’arresto di Armeni. Opposta la tesi della difesa, convinta della tragica fatalità, che ha chiesto la revoca delle misure cautelari per il presunto omicida. Istanza respinta dal tribunale del Riesame.

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