Foligno, Quintana, parla Pierluigi Chicchini: “Ero sicuro di vincere, è un sogno che si realizza”

FOLIGNO – A 27 anni ha vinto la sua prima Giostra della Quintana di Foligno e battuto tutti i record di pista, entrando nella storia della manifestazione che quest’anno ha festeggiato il Settantennale. Pierluigi Chicchini oggi per i quintanari è una sorta di eroe, è il cavaliere che ha regalato al rione Pugilli una vittoria strepitosa, alla Quintana brividi di felicità e alla città una bella favola da raccontare. Lui però eroe non si sente affatto, si definisce piuttosto un cavaliere tutta stalla e cavalli, uno che monta in sella sin da piccolo, che da una vita si allena tutti i giorni sognando di vincere la Quintana. Insomma un professionista della pista, uno che sa quello che vuole e che si impegna al massimo per ottenerlo. E così è stato. Domenica scorsa, al Campo de li Giochi, ha condotto una Giostra impeccabile, ha tenuto a bada le emozioni, scacciato dai pensieri la bandierina abbattuta a giugno che l’ha messo fuori dalla gara alla seconda tornata, non pensato allo Spada (da sempre acerrimo nemico del Pugilli) che gli stava col fiato sul collo e prima di entrare in pista per la tornata decisiva ha detto ai suoi: “Andiamo a vincere”.

“Ero sicuro di vincere – racconta a Umbria Domani – e ho pensato: se non vinco adesso non lo farò più, ero pronto, carico, nella mia mente non c’è stato nessun tipo di timore, non ho sentito la rivalità con lo Spada o altri, ho cercato di affrontare la gara da professionista, hanno prevalso la determinazione e il lavoro fatto in tanti anni. Non ho pensato troppo, mi sono detto: facciamo la terza tornata come la prima e la seconda e posso arrivare alla vittoria. E così è stato” .

A chi hai dedicato la vittoria?
“A tutte le persone che mi sono state vicine, che hanno lavorato con me e creduto in me, nonostante le difficoltà. Per me è stato un sogno che si è realizzato, la mia prima vittoria, un evento atteso da anni, sognato fin da piccolo”.

Come hai cominciato?
“Ho iniziato a montare a cavallo da piccolissimo, i cavalli sono da sempre nella mia famiglia, mio nonno era un maniscalco, mio padre proprietario di cavalli, mio zio è il grande cavaliere quintanaro Gianluca Chicchini: il mio mito. Ho sempre montato a cavallo, allenandomi nella Società ippica di Foligno, a vent’anni ho fatto gare di salto ostacoli, nello stesso tempo, mi sono sempre allenato nelle scuderie del rione Contrastanga insieme a mio zio. Nella Quintana ho debuttato nel 2011 con il Badia e fatto tre edizioni con questo rione, nel 2013 ho lasciato e sono stato fermo alcuni mesi, poi sono passato al Pugilli, un grande rione con cui ho fatto la prima Giostra a giugno 2014 fino ad arrivare alla vittoria di domenica”.

Non solo una grande vittoria, ma anche il nuovo record di pista: come si riesce a fare tanto e tutto insieme?
“Con un ottimo lavoro di squadra, con grande concentrazione, con passione e dedizione. Con me ci sono un grande staff, una grande scuderia, un grande rione: tutti hanno creduto in me e la vittoria era nell’aria. Certo serve anche un po’ di fortuna, ma a premiare è soprattutto il lavoro che si fa durante l’anno, con me i cavalli stanno fermi sono a Natale e Pasqua, ci alleniamo tutto l’anno, tutti i giorni”.

E adesso che Pierluigi Chicchini è entrato nella storia della Quintana, che succede?
“Oggi (il giorno dopo la gara, ndr) riposo e domani si torna a montare nuovi cavalli. Riposo di qualche mese anche per Edward England, il cavallo che ha vinto con me che tornerà ad allenarsi a gennaio. Ora proverò altri purosangue, cavalli giovani. Il rione acquisterà un nuovo elemento, proveremo anche quello e poi vedremo su chi scommettere per la prossima Quintana”.

Come hai festeggiato la vittoria?
“Con il rione, con una grande festa in taverna, tutti insieme”.

Da chi sono arrivati i complimenti più belli?
“Da mio zio Gianluca Chicchini (grande cavaliere della Quintana che a 50 anni suonati è tornato in gara domenica scorsa con il rione Contrastanga, sostituendo l’infortunato Luca Innocenzi, ndr), il quale mi ha detto: ‘stavolta la mela sta lì, è matura, la devi solo andare a prendere’. E così ho fatto. Il suo ‘bravo’ vale più di tutti”.

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