Hacker a Palazzo Cesaroni, Anonymous prende di mira anche l’Assemblea legislativa dell’Umbria

PERUGIA – Anonymous torna a colpire e questa volta prende di mira anche l’Umbria. Come rivela la testata online Umbria24, gli hacker di Anonymous Italia, LulzSecITA e AntiSecIt hanno preso di mira i siti internet di alcune istituzioni e tra questo ci sarebbe anche quello dell’Assemblea legislativa dell’Umbria.

A rivelare la loro azione, come di consueto, sono stati gli stessi hacker, con un comunicato: “Nei giorni scorsi abbiamo preso di mira istituzioni e organizzazioni, e facendo così, siamo stati ingiustamente definiti criminali e/o terroristi. Noi non siamo, come ci definite Voi, criminali, ne tantomeno terroristi. Siamo solamente un gruppo di Umani che si è stancato di ascoltare sempre le stesse identiche frasi dalle persone che cercano di governare un paese di inestimato valore, che non merita questa fine. Ciò che cerchiamo di fare, mettendo a rischio la nostra libertà ogni giorno, è di ridare i diritti ad un Popolo privato della propria privacy da ormai molto tempo. È inaccettabile che istituzioni di stampo nazionale e non, con migliaia di iscritti, non abbiano un minimo di criteri di sicurezza per salvaguardare i dati dei propri utenti”.

“Inoltre, l’ipocrisia di questo Governo, nascosta dei media, che per i potenti non sono altro che strumenti di propaganda politica, è qualcosa che di certo non possiamo gradire.
Noi preferiamo diffondere la Verità senza mezze misure, rendere pubblico tutto ciò che questo Paese ha di sbagliato perché è diritto del Popolo sapere. Detto ciò vorremmo dedicare un paio di parole anche ai Sig.ri Marco Squarcina e Emilio Coppa a cui rispondiamo così:conosciamo benissimo la situazione delle univerità, e forse siamo anche noi studenti che non riescono a pagarsi le rette. Sig. Marco, ringraziamo il suo caloroso invito alle CTF (le gare di informatica Capture The Flag), ma chi le dice che non ci siamo già? Siamo tutti bravi a giudicare, ma prima provate a guardarVi intorno, e chiedeteVi se chi avete al Vostro fianco, sia coinvolto nelle nostre incursioni o meno.
Che le nostre università siano in ginocchio e senza soldi, è una delle cose che ci rattrista di più.  Tutti noi vorremmo vedere in ginocchio solamente le persone che gestiscono il nostro sistema di vita, che non sono solo il governo o la politica, ma anche multinazionali, enti socio/culturali e via dicendo, che non permettono di far crescere il nostro paese. Persone a cui lo stipendio arriva ogni mese, senza mai ritardi e detrazioni. Uno stipendio con cui si potrebbe fare molto, ma che viene sprecato per togliere i propri inutili sfizi. Ricordate quella “piccola” somma rubata dalla Lega? Una parte di quei “miseri”, 49 milioni di euro, che si dice vengano restituiti ad un tasso molto più basso del mutuo per una persona che compra casa, magari sarebbero potuti servire alle Università, come molti altri fondi sparsi per l’Italia senza uno scopo preciso, intascati dai Ladri seduti sulle loro poltrone. Ci cercate invano solo perché sapete che la Verità Vi distruggerà. Non riuscirete mai a condannarci per aver provato a dire una piccola parte della Verità, e per il nostro continuare a cercarla. La settimana nera riprenderà come da piano, domani alla solita ora. Fino a quando non Vi sarà mostrato qualcosa che non dimenticherete, in una data che ricorderete per sempre, quella del 5 Novembre”.

L’attacco: tra gli altri bersagli ci sarebbero stati anche il Comune di Palermo, il Consiglio Regionale della Sardegna e la Provincia di Arezzo.

«Ci ritroviamo a sperare che si tratti di hacker etici e che la pluralità di attacchi messi a segno sia un atto dimostrativo e non una cortina fumogena che cela delle azioni più mirate – ha precisato il Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro, il cui ufficio raccoglie le notificazioni provenienti dagli enti coinvolti -. Viviamo in un tempo in cui anche le relazioni ostili tra i Paesi avvengono soprattutto nel mondo digitale: è impensabile credere che basti difendere i nostri confini con le forze militari mentre rimangono incustoditi simili varchi».

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