Il Sap non ci sta: “Basta propaganda sulla sicurezza”

PERUGIA – La sicurezza di Perugia non deve essere solo uno spot elettorale. Lo dice la segreteria provinciale Sap, alla luce di quello che si sta verificando a Perugia in questo periodo. “La questione – dice il sindacato – deve essere affrontata con estremalealta’ sincerità e dati alla mano”.

“Abbiamo organici vecchi e non corrispondenti alle reali richieste del territorio questa è la verità – prosegue la nota del sindacato –  Dopo l’episodio violento di qualche giorno fa in piazza DelBacio, viene chiesta a gran voce l’apertura di un’altro presidio a Fontivegge”.

“Giuste le richieste della gente perché la sicurezza è un diritto garantito dalla Costituzione. La zona è molto delicata e le persone hanno paura, ma facciamo un’analisi rispetto alpresidio in centro storico in via Bartolo: ha funzionato all’inizio poi,qualche trasferimento o pensionamento ne ha determinato una operatività a singhiozzo e attualmente all’Ufficio del Centro sono rimasti assegnati quattro operatori, quindi perché aprirne un’altro? Pensare poi di farlo funzionare è pura utopia, con quali operatori?”.

Perugia ha mediamente due macchine della Polizia e una o due dei Carabinieri su ogni turno decisamente molto poche vista la vastità del territorio e le sue criticità.

Per questa segreteria provinciale l’apertura di un nuovo posto di Polizia a Fontivegge è possibile solo con l’arrivo di almeno altri 20 uomini, perché non si può pensare di fare nozze coi fichi secchi e soprattutto non si possono fare proclami sulla sicurezza a discapito sempre degli stessi operatori già strizzati al massimo perché impiegati in innumerevoli servizi.

Attendiamo con grande gioia quanto annunciato dai nostri amministratori riguardo il rinforzo di tutte le Questure e l’assunzione di ulteriori 10000 poliziotti perché la presenza sul territorio è di fondamentale importanza.

Questa segreteria Provinciale inoltre, esprime vicinanza e solidarietà ai due Carabinieri e la guardia giurata indagati per i fatti di Ponte Felcino.

Stavano espletando il loro servizio facendo il loro dovere fino in fondo, non potevano decidere di aspettare che i ladri andassero , sono intervenuti in un momento delicato dove l’adrenalina è a mille ma hanno fatto il loro dovere, stavano tutelando nei migliore dei modi lacollettività, e a  parere di questo sindacato, che già si sta battendo in tutte le sedi, non è giusto che vengano indagati con capi di imputazione pesanti e che li coinvolgono in processi che durano anni e gravano solo sugli operatori e le loro famiglie.

Confidiamo comunque sempre nella giustizia e nella magistratura”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.