Imu e Tasi, Confartigianato: “Le aziende umbre tra le più tartassate d’Italia”

Le aziende dell’Umbria sono le più tartassate d’Italia. Tra Imu e Tasi, subiscono un’aliquota del 10,34 per mille, la più alta d’Italia. Lo dice l’ufficio studi della Confederazione su dati di ITWorking. Le elaborazioni mostrano che l’aliquota media di Imu e Tasi è del 9,97 per mille, ma con scostamenti molto significativi nelle diverse zone del Paese. Il trattamento ‘migliore’, per dire, è riservato alle imprese della Val d’Aosta, che pagano un’aliquota dell’8,16 per mille.
A livello regionale al primato negativo dell’Umbria si affiancano quello della Campania, dove le aliquote Imu e Tasi pesano per il 10,19 per mille e della Sicilia con un’aliquota del 10,16 per mille.
La forbice delle aliquote Imu e Tasi si apre anche tra i Comuni: gli imprenditori ternani con un’aliquota del 10,54 per mille sono tra i più tartassati dopo quelli di Trieste con un’aliquota del 10,99 per mille e quelli di Lucca, 10,57 per mille.
Secondo Confartigianato, quello che è più grave è che, tra il 2012 e il 2014, la tassazione sugli strumenti di lavoro delle imprese è aumentata del 18,4%, mentre nello stesso biennio le tasse sulle abitazioni
principali sono diminuite del 10%. In media, in due anni ciascun imprenditore ha subito un aumento di 138 euro della pressione fiscale sugli immobili produttivi.
“Su laboratori, macchinari, capannoni – sottolinea Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato – si concentra un prelievo fiscale sempre più forte, aggravato dalle complicazioni derivanti dalla giungla di aliquote diverse. E’ assurdo tassare gli immobili produttivi delle imprese come se fossero seconde case o beni di lusso. Come si può essere competitivi con una zavorra tanto pesante sulle spalle? Che fine ha fatto l’annunciata riforma della tassazione immobiliare all’insegna della semplificazione e della riduzione delle aliquote?”.

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