In Umbria è boom di contratti a chiamata

Il lavoro a chiamata decolla in Umbria. La Regione è prima nela classifica nazionale per boom di contratti a chiamata. Seguita solo da Marche, Emilia Romagna e Liguria.

La percentuale è altissima: +20,7%. E il lavoro a chiamata, si sa, è una delle forme più povere e precarie del variegato mondo del lavoro. L’Ires Cgil – che ha presentato i dati raccolti dall’osservatorio nazionale sul precariato dell’INPS – parla di un job on call, che dura da ormai troppo tempo.

La chiamata può essere stabilita per un solo giorno, e il vero e proprio boom arriva dai settori del turismo, dello spettacolo, e reception.

Inoltre il dato dei contratti intermittenti attivati nella nostra regione ha subito una crescita esponenziale nei mesi estivi.

A gennaio sono stati 932 i contratti a chiamata. Trenta in meno a febbraio.

Ma poi ecco che il rialzo è iniziato a marzo: 1.426 contratti a chiamata. Ad aprile si è risaliti a quota 1671, battendo il record. Male anche maggio e giugno, dove rispettivamente sono stati fatti firmare 1.201 e 1.598 contratti a chiamata. In totale quindi nei primi sei mesi dell’anno 7,735 persone hanno firmato contratti a chiamata. Per l’Ires Cgil “questi dati dovrebbero far riflettere tutti e individuare una strategia, nonché delle soluzioni, che rimettano al centro il valore e la dignità del lavoro”.