In Umbria il Pil per abitante è il secondo peggiore in Italia

PERUGIA – I nuovi dati Istat relativi a una ricerca condotta da datajournalism di Mediacom043, sull’andamento del Pil per abitante nelle regioni italiane, con un focus sull’Umbria, mettono in risalto una situazione abbastanza preoccupante. Basta considerare che il Cuore d’Italia risulta la seconda regione peggiore – dopo la Valle d’Aosta – negli ultimi venti anni, con il Pil medio per abitante che nel 1995 era l’1 per cento inferiore al dato medio nazionale, mentre oggi è sotto del 12,5 per cento. In sostanza, facendo cento il Pil medio per abitante a livello nazionale, nel 1995 l’Umbria segnava un indice di 99, mentre nel 2015 (ultimo anno per cui l’Istat fornisce i dati del Pil per abitante) l’indice è precipitato a 87,5. Nel 2015 infatti, il Pil per abitante dell’Umbria risulta pari a 23.735,4 euro, contro i 27.044,7 della media italiana. A ogni umbro, quindi, ‘compete’ una ricchezza prodotta annua inferiore di 3.309,3 euro rispetto al dato nazionale. Se l’Umbria avesse, in rapporto alla media italiana, mantenuto lo stesso rapporto del 1995, a ogni umbro oggi ‘competerebbero’ circa 3mila 381 euro annui di Pil in più. Il che vuol dire che, a livello complessivo regionale, dovrebbe esserci un Pil superiore di circa 3 miliardi di euro l’anno rispetto a quello attuale. Ma come è possibile che questo declino non sia stato mai riscontrato? In realtà, ciò che emerge è che il colpo all’Umbria non arriva improvvisamente con la crisi, ma era in corso anche prima. La crisi ha indubbiamente accelerato il processo di allontanamento della ricchezza dell’Umbria dalla media nazionale, che appunto si verificava già dall’inizio degli anni Duemila. “L’Umbria è entrata già malata nella crisi iniziata alla fine del 2008, per questo subendo conseguenze più pesanti” afferma il professor Luca Ferrucci, Ordinario all’Università di Perugia ed economista. Per fare ulteriori confronti con altre zone d’Italia, si evince che nel 1995 il Pil per abitante dell’Umbria era inferiore del 17 per cento rispetto a quello del Centronord, mentre la differenza è del 25,5 per cento nel 2015, quando appunto il Pil per abitante umbro è inferiore di oltre un quarto rispetto a quello medio del Centronord. Infine, sempre in termini di Pil per abitanti il ritardo dell’Umbria nei confronti delle regioni del Nord era del 19,9 per cento nel 1995 e si è allargato al 27,7 per cento nel 2015. E nel quinquennio 2010-2015, addirittura l’Umbria è stata superata dall’Abruzzo quanto a Pil per abitante (fatta 100 la media nazionale, nel 2015 l’indice umbro è 87,5 e quello dell’Abruzzo 89,7. L’Umbria, quindi, ha anche perso la caratteristica di avere una ricchezza prodotta per abitante superiore a quella di tutte le regioni del Sud. E ora che il Pil italiano sembra aver ripreso a salire, e l’economia sia in fase di espansione, si auspica che anche l’Umbria possa agganciarsi a questa ripresa economica cercando di uscire al più presto dal tunnel nel quale si trova ormai da diversi decenni.

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