Lavoro, cresce nell’Italia centrale, in Umbria no

Eppur si muove, ma a passo di gambero. Il lavoro in Umbria continua la sua lenta corsa all’indietro. I dati del primo trimestre 2014 confermano la diminuzione a livello nazionale degli occupati, seppur a ritmi meno sostenuti rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2013. Il calo è più accentuato al Sud (- 2,8% in meno pari a 170mila unità), più contento al Nord ovest (-0,6% pari a -66mila unità) e al Nord est (-19mila unità), in confronto a un lieve incremento del Centro (+0,5% pari a 25mila occupati). L’incremento degli occupati nell’Italia Centrale non riguarda però l’Umbria dove scende il tasso di occupazione (che passa da 61,5% a 60,6%) e aumenta quello di disoccupazione (da 10,5% a 12,6%). Gli occupati passano da 362mila del primo trimestre del 2013 a 354mila del primo trimestre di quest’anno così ripartiti: 11mila in agricoltura, 97mila nell’industria e 246mila nei servizi. Le persone in cerca di occupazione scendono, invece, da 42mila a 51mila.

I dati, forniti dal ministero del Lavoro e dall’Istat, offrono una fotografia dell’Umbria abbastanza in linea con il panorama nazionale dove al 30 aprile 2014 gli occupati erano 22milioni 295mila, in diminuzione dello 0,3% rispetto al mese precedente e dello 0,8% su base annua, con il tasso di occupazione, pari al 55,4%, diminuito di 0,2 punti percentuali. I disoccupati, invece erano 3milioni e 216mila, in calo dello 0,4% rispetto al mese precedente, ma in aumento del 4,5% su base annua. Il tasso di disoccupazione era pari al 12,6% (come il dato umbro), invariato rispetto al mese precedente e in aumento di 0,6 punti percentuali nei 12 mesi. Tra i rapporti di lavoro avviati, la fetta più consistente è riservata ai contratti a tempo determinato (68%), seguono quelli a tempo indeterminato (16,4%), i contratti di collaborazione (7%), altro (6%) e l’apprendistato (2,5%).

E’ su questi numeri e sulla necessità di imprimere un’accelerazione alle politiche che favoriscano il lavoro, che si innesca in questi giorni la polemica sull’articolo 18. Il ministro dell’Interno, Alfano, vorrebbe abolirlo entro la fine di agosto inserendolo nel decreto “Sblocca Italia” mente il Pd frena. Il premier Renzi, dal canto suo, già più volte ha detto che “l’articolo 18 non è la priorità e non gli si devono attribuire connotazioni ideologiche”.

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