Isrim, nuova battuta d’arresto per il salvataggio dell’Istituto

TERNI – Nuova battuta di arresto, o semplice rallentamento sul percorso di salvataggio dell’Istituto di ricerca ternano. Infatti, solo a poche ore dal grande risultato della delibera della giunta regionale per la concessione della cassa in deroga che ha evitato, almeno per ora, il licenziamento dei trenta lavoratori, “siamo di nuovo in una situazione di grande incertezza”. La denuncia viene dalle segreterie territoriali di segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.

Avendo registrato la disponibilità, nei fatti, attraverso la costituzione di Umbria risorse, di due imprenditori ternani, Giuseppe Mascio e Ivano Emili, di presentare un progetto ai liquidatori della società Isrim, evitando il fallimento e favorendo una azione di rilancio, l’Asm Terni S.p.A., a parole ha dichiarato di essere della partita presentando un piano industriale ed impegnandosi per una serie di passaggi obbligati, con il Cda e il Consiglio Comunale, per modifiche statutarie che permettano la realizzazione dell’operazione.

Il tutto con la benedizione della Regione Umbria, che anzi ha rilanciato, dichiarando la strategicità della ricerca per la natura dell’economia umbra e annunciando un intervento diretto nell’operazione, attraverso una quota societaria di piccola entità (2-3%), ma in modo molto più consistente tramite  la finanziaria Gepafin, entrando nel capitale sociale nella fase di start up, per poi gradualmente uscire nel giro di cinque anni in favore dei soci attuali o di altri che nel frattempo vorranno avvicinarsi all’operazione.

Capitale sociale ancora modesto, circa 400.000 euro, che però attenderebbe ulteriori risorse di ricapitalizzazione non appena concluso il percorso statutario di Asm. Tutto ciò permetterebbe di provare a salvaguardare tutti gli attuali lavoratori o la maggioranza di essi, attraverso un percorso di crescita graduale che tenga insieme servizi e ricerca, in grado di attrarre risorse comunitarie e di apportare nuova linfa ai settori produttivi ternani.

“Tutto bello e tutto giusto, fino al momento in cui, come organizzazioni sindacali (ma lo stesso vale per i liquidatori) – Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – dicono ancora abbiamo chiesto un impegno scritto, coerente con quanto affermato verbalmente. Qui sono nati i primi problemi.

Dal Protocollo di Intesa, richiesto dai lavoratori attraverso le organizzazioni sindacali, si è passati ad un documento più snello e meno impegnativo, un verbale di riunione, comunque in grado di ribadire per iscritto quanto verbalmente dichiarato da tutti i soggetti presenti al tavolo. Ora, nelle ultime ore sono emerse perplessità sul percorso tracciato tali da mettere in discussione quanto detto.

A questo punto abbiamo inviato due richieste urgenti di incontro, una istituzionale nei confronti della Presidente Marini e del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, ed un’altra più tecnica nei confronti delle aziende interessate (Asm e Umbria Risorse) e di Gepafin per avere lumi sul percorso societario da mettere in campo”.

“Ci attendiamo a questo punto risposte celeri e certe, che permettano di accelerare la fase in corso – continuano i sindacati – Nel frattempo i lavoratori di Isrim restano saldamente in Consiglio Comunale, pronti a mettere in campo azioni più visibili ed eclatanti in assenza di risposte chiare, ed anche con un occhio attento alla riunione di domani al Ministero dello Sviluppo Economico, dove si affronteranno criticità ed opportunità del polo chimico ternano, che potrebbe rappresentare una fonte di sviluppo per lo stesso Istituto di ricerca”.

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