Terni, dimensionamento scolastico, i sindacati contro il Comune si appellano alla Regione

TERNI – E’ di nuovo muro tra i sindacati della scuola e il Comune di Terni sul dimensionamento scolastico. Flc Cgil, Cisl e Uil scuola e Snals contrari anche alla nuova proposta scrivono alla presidente della Regione, Catiuscia Marini, all’assessore regionale all’Istruzione, Carla Casciari, al presidente del Consiglio regionale, Eros Brega e ai capigruppo del consiglio regionale. Entro dicembre, infatti, la Regione dovrà pronunciarsi sul piano cosicché le scuole coinvolte possa di conseguenza procedere alla stesura dei nuovi piani formativi prima della riapertura delle iscrizioni. Ma i sindacati chiedono al Consiglio regionale di non prendere in considerazione il piano di dimensionamento presentato dal Comune di terni per “consentire – dicono – un percorso ampio e completamente diverso che porti a formulare una proposta unitaria e coerente con le esigenze globali della scuola ternana”.

Dopo aver sottolineato che l’Istituto Comprensivo B.Brin ha attualmente 654 alunni, la Direzione Didattica San Giovanni 1108 alunni, la Direzione Didattica Don Milani con 715 alunni, (dati riferiti all’organico di diritto), i sindacati ricordano che “il nuovo dimensionamento prevede la costituzione di due nuovi Istituti Comprensivi: l’Istituto Comprensivo San Giovanni, costituito da 10 plessi di scuola dell’infanzia e primaria insieme alla scuola media B.Brin per un totale di 11 plessi e 1177 alunni; e l’istituto Comprensivo Don Milani costituito dai 10 plessi di scuola primaria e dell’infanzia della attuale direzione didattica, a cui vengono accorpati 4 plessi del Comune di Stroncone (infanzia, primaria e secondaria di I grado) e la scuola media Alterocca situata nel quartiere Polymer per un totale di 15 plessi e 1207 alunni”.

Per Flc Cgil, Cisl e Uil scuola e Snals “si creano 2 macro istituti con, nel caso dell’ I.C. Don Milani, 15 plessi distribuiti sul territorio a distanze elevate, tra cui Marmore, Papigno, Valenza, Torre Orsina, Stroncone e Vascigliano, che non garantiscono una riorganizzazione in grado di produrre economie gestionali ed istituti efficienti e causano una frammentazione logistica difficile da gestire per le famiglie, per il personale Ata e per i Docenti. In particolare i genitori non avranno più un accesso veloce alle segreterie e alla Presidenza”.

“Il dimensionamento, con il trasferimento del plesso V. Alterocca – continuano – pone lo stesso in una situazione di isolamento rispetto alle sedi di scuola primaria che dovrebbero costituire il suo bacino di utenza. Gli alunni di scuola primaria dell’IC Comprensivo Don Milani difficilmente si avvarrebbero della scuola media di competenza data la notevole distanza, praticamente agli antipodi: in questo caso verrebbe meno l’attuazione di una positiva e proficua continuità educativa e didattica verticale, obiettivo prioritario nella istituzione di un Istituto Comprensivo”.

La nuova proposta del Comune prevede anche la soppressione dell’Istituto Brin, una soppressione che a detta dei sindacati “avrebbe conseguenze negative anche sul percorso di apprendimento degli alunni, in quanto comporterebbe il frazionamento delle cattedre dei docenti”.

“La sensazione – concludono i sindacati – è che l’amministrazione, dovendo rinunciare ad una riorganizzazione di tutto il territorio di Terni a causa del mancato rispetto delle procedure, abbia voluto colpire un territorio fragile, che certamente non ha bisogno di subire stravolgimenti. L’I.C. Brin, ad oggi, rispetta i parametri numerici previsti dalla normativa e non si vede né la necessità né l’urgenza di intervenire su una sola parte del territorio cittadino. Tale riorganizzazione, parziale, senza il rispetto della territorialità e della continuità comporterà la necessità di rivedere, fin dal prossimo anno, tale assetto. Un vero piano di riorganizzazione, che voglia essere coerente nei criteri adottati e duraturo nel tempo, che voglia organizzare il miglior servizio scolastico possibile sul territorio, non deve essere dettato e sollecitato da una “generica volontà di fare” per risolvere questioni logistiche e organizzative ma deve necessariamente vedere coinvolte tutte le scuole, come del resto è stato fatto lo scorso anno nel territorio del Comune di Perugia”.

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