Legge sull’omofobia, atto approvato dopo una seduta fiume. Il Movimento cinque stelle vota il provvedimento

PERUGIA – Dopo una giornata di tensione e quasi 12 ore di consiglio regionale, passa la legge sull’omofobia. Una legge sulla quale il consiglio regionale si era impantanato per due sedute. 15 i voti favorevoli,  5 i contrari e 1 astenuto, con il Movimento cinque stelle che si è schierato con la maggioranza.

La seduta si era aperta con la richiesta dell’opposizione di rinviare l’atto in Commissione. L’assemblea ha però votato a maggioranza (14 voti contro 6) il rinvio in commissione chiesto di nuovo da Sergio De Vincenzi “per mancanza della copertura finanziaria”. Anche Raffaele Nevi, di Fi, ha chiesto il ritorno dell’atto in commissione, “anche per consegnare alla comunità umbra un testo meno divisivo e più largamente condiviso”. Per la maggioranza, Eros Brega (Pd) ha opposto un rifiuto al ritorno in commissione della proposta di legge: “basta nasconderci dietro i regolamenti, discutiamo in aula e andiamo avanti”. L’aula quindi – come detto – ha votato per continuare il dibattito. Lo stesso De Vincenzi ha tenuto quindi la relazione di minoranza.

Toni molto duri, quelli usati da Sergio De Vincenzi, nella sua relazione di minoranza contro la proposta di legge anti-omofobia in discussione oggi in consiglio regionale. L’esponente del centrodestra ha accusato la maggioranza di “arroganza” nei confronti delle opposizioni e di non rispettare, portando avanti questo dibattito “senza rispettare i regolamenti e con ciò – ha ribadito De Vincenzi – delegittimando l’intera istituzione consiglio regionale”. Nel successivo dibattito, Marco Squarta (Fdi), ha definito il testo in discussione “ideologico e senza azioni concrete, con l’unico scopo è che con questa legge il Pd rispetta gli accordi elettorali”.

“La legge contiene proposte concrete ed è un passo avanti per tutti”, ha replicato Giacomo Leonelli (Pd), che ha accusato le opposizioni di “benaltrismo” e di “tatticismo di posizionamento”. Per il socialista Silvano Rometti, si tratta di una “legge moderna, che altre dieci Regioni italiane hanno già approvato, con ciò colmando un vuoto normativo nazionale”. “Legge inutile e anche un po’ pericolosa”, ha detto il capogruppo di Fi, Raffaele Nevi, ribadendo che “con questo testo, sul quale viene oggi presentato in aula una sorta di ‘libro’ di emendamenti, il Pd si ‘paga’ l’appoggio delle associazioni di settore alle ultime regionali”. Più volte, durante la discussione, la presidente dell’assemblea, Donatella Porzi, ha richiamato il pubblico presente a non applaudire e a non commentare i passaggi degli interventi in aula.

Si è proseguito con Mancini (lega) e Ricci (Rp). L’intervento più acceso era probabilmente quello del consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd), al centro di un vero e proprio linciaggio. “Hanno orchestrato nei miei confronti, su Facebook e sui giornali, una vera e propria campagna denigratoria, per il fatto di aver presentato un emendamento che mirava a rendere questa legge contro l’omofobia non una presa di posizione ideologica, ma una normativa che garantisce tutti. Con gli otto emendamenti che ripropongo oggi in aula, e che sono stati firmati insieme a me dal capogruppo Chiacchieroni e dal segretario del mio partito, Leonelli, su questa legge si può mettere la bandiera della Regione Umbria e non quella di Omphalos o delle associazioni delle famiglie”: ha detto Smacchi.  Nel corso del proprio intervento, Smacchi ha criticato con vigore “soprattutto quegli esponenti del Pd, come le senatrici Cardinali e Cirinnà, il consigliere comunale di Perugia Bori, la componente SocialDem o i Giovani democratici, che mi hanno criticato sui social senza confrontarsi direttamente con il sottoscritto. Avrei ricordato loro prima di tutto che il mio emendamento era ispirato a quello del deputato Pd Walter Verini che la maggioranza aveva approvato alla Camera. Mi chiedo – ha concluso Smacchi – se esista un Pd a Roma e un altro Pd in Umbria e a Perugia“. Tra gli emendamenti presentati c’è anche quello che prevede che tutte le attività di formazione possano essere fatte solo indirizzandole ai docenti e non agli alunni.

A difesa della legge la presidente Marini. “Con questa legge proviamo a compiere un primo passo in avanti per una società che sia meno razzistica e con maggiori libertà: abbiamo la responsabilità di alcune azioni concrete, che ci spettano come Regione. Questo sapendo che difendere un diritto non è mai in contrapposizione con un altro diritto. E se anche ci fosse una sola persona in Umbria che si sente discriminata per il proprio orientamento sessuale, sarebbe una buona ragione per portare avanti questa legge”: lo ha detto la presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini, nell’intervento di oggi pomeriggio in consiglio sulla legge anti-omofobia. “I diritti sociali non sono in contrapposizione con quelli individuali, ma anzi li rafforzano”, ha proseguito Marini, secondo la quale “una discriminazione come quella sessuale deve trovare come riscontro una legge che la prevenga e la combatta. E’ giusto che l’Umbria si doti di uno strumento come questo, che non provoca scatti in avanti ma aiuta a colmare un vuoto”, ha concluso Marini.

Con la ripresa dei lavori sono stati esaminati e votati i 40 emendamenti (e i 9 sub-emendamenti) presentati alla proposta di legge, che conta 14 articoli in totale. Attilio Solinas (gruppo misto) ne ha ritirati undici. L’intero plico è stato poi distribuito ad ogni singolo consigliere. I lavori sono quindi ripresi poco prima delle 18,30. E’ cominciata quindi la fase dell’illustrazione e del voto sui singoli emendamenti e sul relativo articolo. L’emendamento “Smacchi”, discusso e che ha creato particolare tensione, è stato approvato con 13 voti favorevoli, 5 contrari e due astenuti.

Alle soglie delle 20 la conclusione della votazione sugli emendamenti. Dichiarazioni aperte da Brega che ha annunciato il voto favorevole: “Legge che fa fare un salto di qualità al partito e alla Regione”, ha detto il consigliere. Valerio Mancini (Lega) non ha escluso il ricorso al referendum. “Lavoro non buono – ha detto Raffaele Nevi – c’era un pregiudizio ad andare avanti per pagare un impegno preso in campagna elettorale”. Annunciato quindi il voto di astensione. Per i grillini dichiarazione di voto di Maria Grazia Carbonari: “Avremmo preferito qualcosa di più forte in tema di diritti – dice – vogliamo però dare un segnale e voteremo questa legge”. Voto contrario da Claudio Ricci (Rp) così come quello di Sergio De Vincenzi. Alla fine il risultato è di 15 voti favorevoli, 5 contrari e due astenuti.

 

 

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