L’Istat conferma: Pil umbro ai minimi storici

PERUGIA – Dati poco incoraggianti per la ricchezza umbra, secondo il nuovo rapporto del settore datajournalism di Mediacom043. Sebbene nella primavera del 2015 il Pil umbro si attestava su un valore positivo del 2,3 per cento nettamente al di sopra della media italiana, l’aggiornamento dell’Istat relativo alle stime del Pil per abitante umbro – che rappresenta un indicatore che anticipa i dati ufficiali che usciranno tra qualche mese – rileva un dato preoccupante; il prodotto interno lordo pro capite nel 2016 ha raggiunto il minimo storico da oltre quaranta anni, rispetto a quello medio nazionale, scendendo del 13,9 per cento. Superato anche dall’Abruzzo, oggi il Cuore d’Italia non può più essere considerata l’ultima regione del Centro-Nord e la prima del Sud perché i dati hanno cambiato le dinamiche, posizionando l’Umbria come ultima del Centro-Nord e seconda del Sud. A ciò, inevitabilmente sai affianca un altro dato: l’occupazione nel 2016 è calata dell’1,5 per cento. Il declino che ha subito il pil umbro in realtà non è stato repentino, ma ha seguito un lungo iter iniziato nel 1995 quando il Pil pro capite umbro era sotto dell’1 per cento rispetto alla media nazionale, nel 2000 del 2 per cento, nel 2005 del 5,3 per cento Nel 2007 invece si registra un miglioramento, con il ritardo del Pil pro capite umbro rispetto al dato italiano che si riduce al 4,8 per cento, prima di precipitare a un ritardo del 13,5 per cento nel 2014. E in termini di andamento del Pil complessivo l’Umbria è stata la peggiore d’Italia. Lo svantaggio accumulato nei confronti delle altre regioni del Centro Nord ha toccato il record del 26,9 per cento, mentre nel 1995 era inferiore del 17 per cento e nel 2000 del 17,4 per cento. E da quel momento il gap ha continuato ad allargarsi senza limiti. Molto terreno è stato perso anche rispetto al Centro: nel 2016 il Pil pro capite dell’Umbria era del 20,2 per cento inferiore a quello medio delle regioni del Centro, mentre oltre venti anni fa, nel 1995, era in calo del 9,4 per cento e nel 2000  del 12,3 per cento. E da allora l’inevitabile caduta.

Ritardi nella ripresa

Altro dato negativo riguarda il ritardo dell’Umbria, rispetto alle altre regioni italiane, nel tornare ai livelli precrisi, con il Pil per abitante del 2016 inferiore del 18,5 per cento rispetto a quello del 2007, marcando un ritardo che è praticamente quasi il doppio di quello medio nazionale (-9,6 per cento). A livello nazionale, solo una regione italiana ha recuperato i livelli di Pil per abitante che c’erano prima della crisi: si tratta della Basilicata (+0,5 per cento). Tutte le altre regioni, pur con grosse differenze, sono ancora tutte indietro ai livelli precrisi. I ritardi più ‘lievi’ sono quelli di Trentino Alto Adige (-2,1 per cento), Lombardia (-6,6 per cento), Abruzzo (-7,7 per cento) e Toscana (-7,8 per cento). Oltre all’Umbria, i ritardi peggiori riguardano il Lazio (16,8 per cento), il Molise (-16,1 per cento), la Sicilia (-14,7 per cento) e le Marche (-12,7 per cento). Ora toccherà alla politica regionale analizzare questi numeri e prendere decisioni immediate, tenendo però in considerazione un altro significativo dato che riguarda la crescita del Pil nel periodo 2000-2007, quando l’Umbria è cresciuta dello 0,8 per cento in media l’anno ma ha perso terreno rispetto alla media nazionale, cresciuta di più. Insomma, non basta tornare alla crescita. Occorre, in prospettiva, fare meglio degli altri per recuperare il terreno perduto e restare inseriti nelle dinamiche economiche del Centro-Nord e non, come invece sta avvenendo dal 2000, scivolare verso Sud. Insomma, occorrono politiche serie, mirate e soprattutto lungimiranti, che partendo dai fondamenti economici e gli asset strategici di questa regione, permettano alla popolazione umbra di tornare rapidamente ai livelli precrisi, con un adeguato livello di benessere economico e sociale perché gli abitanti di questa regione meritano di vivere in un contesto di agio economico dato il livello di elevata qualità della vita che questa regione è in grado di offrire con tutte le sue bellezze, le sue peculiarità e la sua spiritualità.

 

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