Meredith, Sollecito a La7: “Durante il processo nessuno voleva ascoltarmi. Meredith ha avuto giustizia”

PERUGIA – “Durante il processo nessuno ha avuto voglia di ascoltarmi: forse non erano interessanti o forse non era importante quello che avevo da dire e volevano portare un’accusa che si reggeva solamente su un castello di sabbia”. E’ quanto dice Raffaelle Sollecito, nell’intervista a Giovanni Minoli su La7, parlando del processo per l’omicidio di Meredith Kercher. Meredith ha avuto giustizia?, chiede il giornalista. “Secondo me si”, la risposta di Sollecito.

“Molti media hanno parlato per bocca della procura”, sottolinea ancora il giovane rispondendo a Minoli che chiedeva come mai per l’America erano ritenuti, lui e Amanda Knox, innocenti mentre per l’Italia erano considerati colpevoli. Sollecito ritiene di avere sbagliato a non difendersi subito. “Se mi fossi difeso fin dall’inizio, prendendomi un avvocato nonostante ero solamente una persona informata dei fatti, forse sarebbe stato diverso” dice. Infine: “Ho rinunciato all’isolamento perché è meglio rischiare l’incolumità che rischiare l’auto distruzione” conclude Raffaele Sollecito.

Secondo l’ingegnere pugliese c’era voglia di chiudere in fretta un processo e per questo sono stati presi i “frutti sul ramo più vicino”. “La giustizia è un colpo di fortuna – ha proseguito – in Italia c’è chi fa bene il suo mestiere e chi no”. E poi: “Senza un avvocato come la Bongiorno non ce l’avrei fatta”. Poi il ricordo della sua esperienza in carcere.

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