Norcia, le monache benedettine sono tornate in città, clausura in un container

NORCIA – Giornata di festa domenica a Norcia, con le monache benedettine tornate in città, dopo il terremoto del 30 ottobre 2016, quando erano state costrette a lasciare il loro monastero terremotato, trovando accoglienza dalle consorelle di Santa Lucia a Trevi. Le otto claustrali, guidate da madre Caterina Corona, si sono stabilite in un modulo abitativo adattato a monastero e posizionato nel giardino della struttura ex Santa Pace, sempre di proprietà delle religiose

È così composto: camerette doppie, una stanza per gli incontri comunitari, una stanza-ufficio con tanto di WiFi, una cucina, un refettorio, una sala per accogliere gli ospiti e soprattutto la cappellina, fulcro di questo polo di spiritualità benedettina, dove è stato posizionato l’antico tabernacolo del monastero. Sulla porta d’ingresso è stato appeso questo cartello: “Pax. Monastero Benedettine di S. Antonio. Benvenuti”. Quella delle benedettine di Norcia è una storia che risale al 1412, anno del riconoscimento della comunità monastica e che oggi, dopo un’interruzione di oltre due anni a causa del sisma, riparte, nel silenzio e nella preghiera, per “produrre” frutti preziosi di grazia e di misericordia per la Chiesa.

Molti i fedeli che hanno partecipato alla celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo nel centro di comunità alla Madonna delle Grazie. Col presule hanno concelebrato il parroco di Norcia don Marco Rufini, don Dario Dell’Orso e padre Lorenzo Sena monaco benedettino silvestrino proveniente dall’abbazia di S. Silvestro a Fabriano. A far festa con le monache di Norcia sono giunte altre religiose dell’ordine fondato dal Santo patrono d’Europa: da Trevi, da Castel Ritaldi, da Fabriano, da Pontasserchio (PI), Viboldone (MI). Presente il sindaco della Città Nicola Alemanno, l’assessore regionale alla salute, alla coesione sociale e al welfare Luca Barberini e altre autorità civili e militari.

Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato che «per ciascuno di noi c’è un progetto, una chiamata, quella che definiamo vocazione. Per tutti Dio ha un sogno e noi lo dobbiamo scoprire e impegnarci per realizzarlo. Ci sono scelte fondamentali nella vita che si fanno una sola volta e penso al matrimonio, alla vita religiosa e al sacerdozio: scelte, però, che devono essere riscoperte e riconfermate ogni giorno. È necessario prendere in mano la vita e viverla in pienezza per avere la felicità del cuore, ossia la pace, quella serenità che ci permette di stare bene nel nostro tempo. Certo, è lecito cadere e sbucciarsi le ginocchia, ma quello che è importante è rimettersi in piedi e tornare a camminare. Quante volte ci sentiamo affaticati, delusi e ci diciamo: ma vale ancora la pena? Gesù ci dice: rimboccati le maniche, guarda avanti, perché questa vita è l’unica che hai e non puoi sprecarla. Dobbiamo sempre ricominciare con forza. Qui a Norcia, dopo i terremoti del 2016, la gente sperimenta la lentezza burocratica, unita alle tante promesse deluse. C’è la tentazione di dire: andiamo a vivere altrove. Invece è necessario gettare le reti a Norcia e ricominciare da qui. E il ritorno delle monache benedettine ci dice che è possibile. È un segno bello che ci fa guardare avanti con fiducia. La loro presenza di preghiera, di testimonianza di vita consacrata è una benedizione e una ricchezza per Norcia. So quanto questa comunità vuole bene alle monache e oggi che le riaccompagniamo idealmente nel loro nuovo monastero dico a tutti i nursini: guardate avanti, prendete il largo, non cedete allo scoraggiamento, è possibile ricominciare e ricostruire il tessuto sociale e comunitario sostenendoci gli uni altri, sotto la protezione di S. Benedetto e di Santa Scolastica».

Al termine della Messa, tutti si sono trasferiti in Piazza Palatina, nel centro della Città, per avviare la processione fino al modulo abitativo adattato a monastero, benedetto dall’Arcivescovo. La badessa, madre Caterina Corona, aveva tra le mani la reliquia di Santa Scolastica portata dai monaci benedettini di Norcia. Mons. Boccardo prima di avviare la processione ha ricordato l’antica presenza delle monache benedettine e di tutte quelle religiose che negli anni hanno contribuito all’edificazione spirituale di Norcia, su tutte la madre Scolastica Fares, Serva di Dio, che a cavallo tra il ‘600 e il’700 ha riformato la comunità. Grande la commozione della gente. In tanti hanno abbracciato le monache e, a volte anche con le lacrime agli occhi, hanno detto: «Bentornate! Sia lodato il cielo!». Al termine, madre Caterina Corona ha ringraziato «le monache di Trevi che ci hanno accolto con tanto amore; l’Arcivescovo per la costante vicinanza; l’amministrazione comunale per aver permesso la costruzione di questo modulo». Poi, le parole che hanno commosso i presenti: «Siamo tornate principalmente per voi, cari concittadini nursini, per pregare per voi, per condividere con voi questo momento di precarietà».

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