Nuovi termovalorizzatori: la Regione dice no “Per l’Umbria non è sostenibile”

Cinque Regioni su venti dicono no ai termovalorizzatori. Tra loro l’Umbria che ribadisce la contrarietà insieme a ‎Lombardia, Abruzzo, Marche e Molise. La Regione Umbria, in sede di Conferenza delle Regioni e Conferenza Stato-Regioni, ha espresso il proprio parere negativo, allo schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministero dell’Ambiente, recante norme per l'”individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilabili in esercizio o autorizzati a livello nazionale”. Schema di decreto che prevede la costruzione di otto nuovi inceneritori (uno dovrebbe essere in Umbria) in attuazione a una delle previsioni contenute nello Sblocca Italia
L’atto – spiega la giunta regionale in una nota – è stato comunque rinviato alla prossima seduta della Conferenza Stato-Regioni per consentire ulteriori approfondimenti, come richiesto dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
La contrarietà della Regione Umbria – espressa in sede di Conferenza delle Regioni dalla presidente Catiuscia Marini – (ha partecipato anche l’assessore Antonio Bartolini, mentre nella seduta del coordinamento degli assessori regionali all’ambiente riunitasi ieri era presente l’assessore regionale Fernanda Cecchini) è motivata dal fatto che il piano predisposto dal Governo non tiene conto del piano regionale umbro per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, che prevede una precisa scelta in direzione della raccolta differenziata al 68,6 per cento ed il collocamento sul mercato del Css (Combustibile solido secondario) per 58 mila tonnellate all’anno, portando così il fabbisogno di trattamento termico a 72 mila tonnellate all’anno.
Fattori, questi – spiega ancora la nota della Regione – che rendono oltretutto economicamente non sostenibile la realizzazione di Umbria di un impianto di termovalorizzazione.

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