Omicidio Presta, le motivazioni della condanna: “Rosi poteva salvarle la vita”

PERUGIA – Escono le motivazioni della sentenza alla condanna di Francesco Rosi, per l’omicidio della moglie Raffaella Presta. Proprio nelle 45 pagine, il Gip scrive che non ci fu premeditazione ma che proprio Rosi, dopo il primo colpo, poteva salvare la vita alla moglie ma che invece ha deciso di andare avanti, sparando il colpo letale e decisivo.

“Così facendo – sottolinea il giudice – non solo ha distrutto la vita di una giovane donna e provocato un immenso dolore al nucleo familiare di origine della coniuge, ma anche gravemente e indelebilmente segnato la vita del minore, testimone dell’orrendo gesto”. Nelle carte emerge anche il quadro di un rapporto coniugale sempre più deteriorato.

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