Perugia calcio, è il giorno dei chiarimenti

PERUGIA – Slitta ancora l’annuncio su chi prenderà il posto di Federico Giunti sulla panchina del Perugia. Nel frattempo però una folta delegazione di squadra e dirigenza decide di rompere il silenzio stampa di questi giorni per mettere la faccia e cercare di fare chiarezza sugli ultimi convulsi avvenimenti. Erano presenti per precisione in quattro: il presidente Massimiliano Santopadre, il direttore sportivo Roberto Goretti e, in rappresentanza della squadra, Massimo Volta e Matteo Brighi.

La scena, come prevedibile, se l’è presa, suo malgrado, Santopadre che ha parlato a cuore aperto soprattutto alla piazza. “Sono qui per esprimere il mio sentimento. Al mio fianco ci sono persone importanti; non c’è Del Prete, che è a curarsi a Barcellona. Credo fosse doveroso dirlo per non alimentare sospetti. Partirei da un punto: questa conferenza è stata indetta per cercare di mettere fine e ricominciare. È chiaro che ho fatto degli errori e sono pronto ad elencarli. Punto primo: non è colpa di una sola persona ed in questo senso mi sento di assolvere Giunti, un ragazzo che nelle prime cinque partite ha dimostrato di poter stare in B. Poi, per una serie di ragioni, siamo arrivati a questo. Mi sono sempre confrontato con Goretti e Pizzimenti perchè siamo in tre a decidere, piaccia o non piaccia”. Con Giunti un rapporto terminato con rammarico: “Pensavamo che Federico fosse l’uomo giusto per noi. Ho sempre cercato di smorzare gli animi dopo le prime cinque partite permevitare di pensare che tutto fosse facile. Il tam tam poi è diventato enorme che è subentrata la convinzione di non dover nemmeno giocare le partite”. Poi, qualche riflessione sulla contestazione: “Non è certo preventivabile così come quello che può accadere nel corso della stessa. Purtroppo accade per l’esasperazione del momento. Si creano fratture inevitabili e a rimetterci è il Perugia”. Il messaggio che Santopadre vuole mandare è quasi scontato: “Ricompattiamoci. Fatemi rimanere lucido. Ho bisogno che l’ambiente mi aiuti. Non dobbiamo esasperare gli animi e bisogna ripartire insieme senno retrocediamo. Fortunatamente questo è accaduto alla decima giornata, dobbiamo pensare a salvarci. A giugno magari cederò la società, ma ora dobbiamo pensare a ricompattarci”. Qualche ammissione: “Ho fatto tutti gli errori che mi sono stato addebitati, è vero, ma non ho mai parlato di serie A. Tutta l’Italia calcistica parlava di noi, sapevo che potevamo pagare pegno e lo abbiamo pagato oltremodo. Non ho mai diviso il pubblico, come vi permettete a dire questo? Non è giusto. Non immischiate il risultato sportivo con la mia persona perchè non lo accetto”. Il patron biancorosso attacca poi il mondo virtuale: “Chi scrive su internet va perseguito, anche legalmente. I social devono essere usati con intelligenza, perchè la lingua fa più male delle pistole. Oggi sono colpevole. Lascerò il Perugia in B. Ma è troppo importante tirare una linea”. Santopadre ha poi voluto smentire con forza presunti dissidi post Brescia: “Ho soltanto detto ai ragazzi che percepivo che loro si sentissero meglio del Real. Senza umiltà le avremmo perse tutte. Dobbiamo salvarci, siamo dei giocatori normali, tutto quel che verrà, se è bello, lo prenderemo”. Per la successione a Giunti si fa il nome sempre più pressante di Serse Cosmi e Santopadre tuttavia non chiude le porte: “Ho avuto il piacere di cenare con Serse a Milano e posso dire che è una persona piacevolissima. Devo però valutare l’allenatore. Se non verrà è perché lo riterremo di aiuto alla squadra”. Infine, sull’intenzione di cedere la società, il presidente si esprime così: “Io ho dato vita e denaro a questa società. Non voglio che si pensi che un presidente possa distruggere tutto. Se l’ambiente non mi vuole più posso farmi da parte. Sapete quanto ci tenga alle infrastrutture, ma ora conta solo il Perugia”.

Goretti fa il punto sulla questione allenatore: “Stiamo valutando. Il tecnico non ci sarà oggi e probabilmente nemmeno domani. Dobbiamo decidere con calma senza commettere errori”. Da dove ripartire? “Dall’essere compatti, perchè se siamo uniti saremo forti comunque sia”.

Matteo Brighi, capitano di queste ultime partite, commenta così il momento della squadra: “Ci mettiamo noi la faccia per prenderci le colpe. Buona parte di esse sono le nostre e ci assumiamo la responsabilità dell’esonero del mister. A doverci unire è la parola ricominciamo. Probabilmente il contesto ci ha fatti sentire troppo bravi. Probabilmente siamo giocatori mediocri e abbiamo pagato questo”. Nessuno, secondo Brighi, ha remato contro Giunti: “Preferisco sentir dire che il gruppo è scarso anzichè che eravamo contro l’allenatore. Tutte le componenti devono cammojnare insiememper uscire da questa situazione”.

Concetto infine ripreso da uno dei giocatori più rappresentativi, Massimo Volta: “Siamo qui permdare un segno di compttezza. Siamo consapevoli delle difficoltà che stiamo attraversando per via delle nostre prestazioni indecorose. Dobbiamo ritrovare la gioia di giocare e la compattezza, oltre che l’appoggio dei tifosi, altrimenti non andiamo da nessuna parte”. Nessuna discussione sull’obbiettivo: “Dobbiamo salvarci, assolutamente. C’è l’esigenza di dare una svolta a queste prestazioni”.

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