Perugia, caso Calabrese, torna a parlare anche Boccali: “Inadeguato a governare”. La Marini: “L’assessore chieda scusa”, duri Pd e Psi. Romizi fa il “pompiere”

PERUGIA –  Le dichiarazioni dell’assessore Francesco Calabrese in merito alla sicurezza dopo le spaccate in centro di questi giorni hanno alimentato una vera e propria sollevazione politica contro l’amministratore. Ieri Calabrese ha affidato a un post su facebook alcune considerazioni. Sulla pagina del gruppo “Perugia, ieri, oggi e domani” solleva una serie di interrogativi. “Si può affidare a generale osservazione di comune buon senso che a Perugia, da alcune settimane, stanno accadendo cose che hanno poco a che fare con il tipico tema della sicurezza che conoscevamo? Rimanendo agli ultimi fatti, la sequenza ripetutamente sfidante di questi giorni per corso Vannucci, radicalmente estranea a qualsiasi logica di resa malavitosa, non ha l’odore acre dell’intimidazione mafiosa?”.

Durissima la replica di Pd e Psi e intervengono anche la presidente Marini e l’ex sindaco Boccali.

“Nonostante il tema non possa essere affrontato con superficialità, mi sia consentita una battuta: non avevo dubbi sul fatto che la linea politica della maggioranza/minoranza fosse orientata dal motto ‘tutta colpa di Boccali’, ma, per fortuna, la verità è, sempre, rivoluzionaria! – scrive Wladimiro Boccali – Fuor d’ironia le parole dell’assessore Calabrese sono gravi e da condannare”.

“Mi auguro – prosegue Boccali  – che anche i vertici dell’Autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine rispondano a queste gravi insinuazioni prive di fondamento, per tutelare la dignità dello Stato e dell’intera comunità. Si tira in ballo infatti anche il loro lavoro di anni di onesto impegno al servizio della legalità”.

“Mi stupisco – continua Boccali – che una persona che reputavo intelligente e pacata come l’avv. Calabrese abbia perso la testa, ma del resto, l’esercizio del governo non è per tutti. E’ il segno, a mio avviso, se ce ne fosse ancora bisogno, dell’incapacità di lettura della società e della inadeguatezza a trovare risposte a problemi complessi che la contemporaneità ci pone di fronte. E’ più facile, come è stato fatto per anni, purtroppo anche a sinistra, cercare l’uomo nero, il capro espiatorio, il responsabile su cui scaricare le proprie incapacità e frustrazione. Per anni è toccato a me ricoprire questo ruolo. Ora che ho deciso di non impegnarmi nella vita pubblica e per il bene comune, vedo un disorientamento di chi è stato chiamato da una minoranza di perugini a dare risposte complesse a problemi complessi. E’  sempre colpa di qualcun altro!”.

“In questi mesi – prosegue l’ex sindaco di Perugia – mi sono imposto un silenzio rispettoso verso chi è stato chiamato a governare Perugia e verso chi deve fare opposizione costruttiva, ma quando sento affermazioni gravi come quelle di Calabrese (condivise dal sindaco?) non posso tacere. Prima di tutto per rispetto a me stesso. Gravi perché false, e perché segno di una totale inadeguatezza a ricoprire ruoli di governo della cosa pubblica con ‘consiglieri del principe’ ancora più pericolosi. Gravi perché gettano un’ombra su una storia politica amministrativa, che pur con i suoi errori che non ho mai nascosto, può andare a testa alta quando si parla di legalità e trasparenza. Nessuno si può permettere, da qualunque parte si trovi, di tentare di coprire le proprie incapacità con accuse o illazioni prive di fondamento. Se ha prove le porti, altrimenti si scusi pubblicamente e valuti di lasciare il suo scranno”.

“Mi auguro – conclude Boccali – che la società perugina sana e democratica si ribelli. Istituzioni, a partire dai rappresentanti del governo e del parlamento, forze politiche e sociali, si facciano sentire per difendere la loro dignità e la dignità del Popolo perugino. Per quanto mi riguarda valuterò anche in sede giudiziaria le iniziative da intraprendere per tutelare la mia persona e di quelli che in questi anni hanno lavorato per Perugia e per i perugini con onestà e spirito di servizio”.

Non meno dura la presidente della Regione, Catiuscia Marini: “Le gravi dichiarazioni rese oggi dall’assessore del comune di Perugia, Francesco Calabrese, che parlano di intimidazioni e infiltrazioni mafiose, sollevando temi così seri, hanno trovato risposte nella decisa e convinta azione delle forze di polizia (colgo l’occasione per esprimere un plauso al Questore di Perugia ed a tutti gli agenti della Polizia di Stato per l’operazione di questa mattina, con la quale è stata sgominata una banda di spacciatori), ma soprattutto nelle parole del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che intervenendo ad un convegno organizzato a Perugia dalla CGIL ha parlato dell’Umbria come di un territorio sano, dove non esiste collusione tra mafia e organizzazioni criminali con le istituzioni, la politica e con i cittadini”.

“Questo non significa – ha aggiunto la presidente – che noi, esponenti delle istituzioni, non dobbiamo vigilare con attenzione e contribuire a far crescere gli ‘anticorpi’ nella politica, nella pubblica amministrazione e nella società civile in genere, affinché si sia in grado di cogliere tutti i segnali che possono indicarci tentativi di inquinamento dell’economia sana, delle imprese sane e il lavoro onesto di migliaia di umbri da parte di infiltrazioni criminali. Voglio ricordare – prosegue Marini – che l’assessore Calabrese è anche un pubblico ufficiale e se detiene informazioni così gravi su presunte infiltrazioni e collusioni mafiose del tessuto civile ha il dovere, prima di rilasciare interviste, di rivolgersi alle autorità giudiziarie fornendo tutte le notizie di cui dispone, altrimenti deve evitare di buttare in rissa politica un argomento così serio e preoccupante per il vivere civile come quello della mafia”.

“Soprattutto non consentiamo – afferma la presidente -, anche noi esponenti delle istituzioni e di forze politiche della sinistra e del centro sinistra, che in questa regione governano grazie al voto libero di migliaia di cittadini, che l’Assessore Calabrese, possa minimamente adombrare collusioni mafiose in capo alle sane forze politiche della sinistra e del centro sinistra dell’Umbria e soprattutto della città di Perugia”.

“Voglio ricordare all’assessore Calabrese che in Italia molte leggi per la lotta alla mafia, alle grandi organizzazioni criminali e per la confisca dei beni provenienti da queste attività criminali, portano i nomi di personalità come Pio La Torre o Piersanti Mattarella. Mi auguro – conclude la presidente Marini – che l’assessore Calabrese trovi il modo pubblico di chiedere semplicemente scusa”.

Per  Francesco Maria Giacopetti, segretario del Pd di Perugia “Le dichiarazioni e le insinuazioni dell’assessore Francesco Calabrese sulla sicurezza a Perugia sono di una gravità inaudita. Calabrese perde ancora una volta l’occasione per dimostrare di saper onorare il suo incarico, evita di affrontare la questione da una prospettiva di correttezza istituzionale e politica, alimenta paure e un clima di tensione tra i cittadini, grattando la pancia delle persone e suscitando sospetti gravissimi, che vanno ben oltre l’opinione politica, su presunti ‘sistemi’”.

“Anche io avrei, a questo punto, qualche domanda da rivolgere all’assessore Calabrese – aggiunge Giacopetti – sa qualcosa che noi non sappiamo? O sono solamente gravissime illazioni, che, pronunciate da un rappresentante istituzionale, che per il ruolo che riveste ha solitamente una credibilità maggiore agli occhi dei cittadini, assumono, per altro, una pesantezza ancora più ingombrante? Non pensa, forse, che la definizione dei contorni della vicenda ‘spaccate’ competa ad altre sedi, ben più adatte di un assessorato ai Lavori pubblici a parlare di criminalità?”. Giacopetti chiede di prendere una posizione chiara al sindaco Romizi.

La segretaria del Psi di Perugia Claudia Bastianelli sostiene che “le affermazioni dell’assessore Calabrese sono di una gravità inaudita dal momento che lanciano accuse pesantissime di collusioni tra le passate amministrazioni di Perugia e la mafia. Ora: certe accuse o si fanno con in mano prove e certezze, nel qual caso non si rilasciano dichiarazioni su facebook o sui giornali ma ci si rivolge alla magistratura in qualità di persona informata dei fatti, o si tace. Nel primo caso – ha aggiunto – l’assessore è pregato di rivolgersi alla giustizia, nel secondo che mi pare corrisponda alla realtà dei fatti, è pregato di tacere! Non si può strumentalizzare politicamente la mafia, non si giustifica la mancata soluzione del problema sicurezza con illazioni squallide e gravissime. Consiglio dunque a Calabrese di parlare solo nelle sedi opportune o di tacere, ne va della sua dignità, non della nostra. Noi possiamo camminare a testa alta e con la schiena dritta”.

In serata è arrivata anche la presa di posizione del sindaco Andrea Romizi che getta acqua sul fuoco.

“La battaglia alle organizzazioni criminali – dice Romizi – viene da sempre portata avanti all’unisono da istituzioni locali,  forze dell’ordine, magistrati e Ministero dell’Interno, che negli anni hanno tenuto alte guardia e attenzione, ciò anche grazie all’argine di legalità creato dai cittadini. Il Comune di Perugia si è sempre fatto carico nel tempo di questa battaglia e l’attuale Amministrazione concentra i suoi sforzi quotidiani contro le diverse illegalità, piccole e grandi che siano. La guerra alla delinquenza non ha uno spartiacque politico, ma è il minimo comune denominatore che deve unire le istituzioni al proprio interno e fra di loro, dando il segno alla cittadinanza di un presidio solido e continuativo in difesa della legalità e della sicurezza per respingere sempre e comunque ogni tentativo di infiltrazione criminale nel nostro territorio”.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.