Perugia, Calabrese ci ripensa e resta, Romizi: “La giunta esce rafforzata”, il Pd: “Si mortificano le istituzioni”

PERUGIA – L’assessore Fabrizio Calabrese ci ripensa. Dopo aver annunciato le dimissioni in seguito ad un acceso consiglio comunale sulla questione dell’uscita di Perugia da Centralcom, società regionale dell’informatica, oggi, dopo un chiarimento con il sindaco Romizi ritira le dimissioni. Il gesto di ieri era maturato in seguito alla decisione dello stesso sindaco Romizi di rinviare la decisione in consiglio comunale a mercoledì prossimo per altri approfondimenti. Oggi Calabrese ha deciso di rimanere in giunta. “Ho chiarito con il sindaco” si è limitato a dire.

Il sindaco Romizi si dice “felice, per ragioni sia personali che politiche, che Francesco Calabrese abbia deciso di continuare a lavorare per il cambiamento di Perugia. Ci servono la sua intelligenza e la sua passione civile, che non sono inferiori all’ onestà intellettuale con la quale sostiene le proprie convinzioni”.

“Credo che da questa vicenda, per come si è  conclusa- aggiunge Romizi – la giunta comunale esca, se possibile, rafforzata perché si è dimostrato che la dialettica al suo interno non perde mai di vista il superiore interesse della città ed il progetto politico che i perugini hanno votato.
Nei prossimi giorni cercheremo di mettere sul tavolo un confronto sereno, che affronti in modo puntiglioso tutte le questioni, tenendo ben presente che per la giunta comunale al primo posto dell’agenda di governo c’è il bene di Perugia,  in un clima di rapporti di civiltà interistituzionali, anche qualora vi fossero posizioni legittimamente diverse. Certo è che Francesco Calabrese farà parte di questo percorso”.

Per il segretario del Pd di Perugia, Francesco Maria Giacopetti, al contrario, “il rientro in giunta di Francesco Calabrese a poche ore dall’annuncio delle sue dimissioni per divergenze col sindaco Romizi sul ventilato recesso da Centralcom del Comune di Perugia assume contorni inquietanti”.

“In primo luogo – spiega Giacopetti – perché mette drammaticamente in evidenza una visione del ruolo di Perugia – in capo a questa amministrazione – tutta piegata a piccoli interessi e per niente proiettata sulle responsabilità e gli oneri che derivano dall’essere città capoluogo, per di più in una regione articolata come l’Umbria. Perugia non può permettersi, per storia e funzioni, di essere uno dei 92 campanili, ma deve ambire a guidare, nell’interesse generale, processi e percorsi. E uscire da Centralcom significherebbe tradurre i capricci di qualcuno in un isolamento dannoso, tecnicamente ed economicamente, per la città, in tema – oggi – di banda larga.

La pratica Centralcom denota, quindi, l’inconsistenza della proposta politica del centrodestra per la città e arriva a valle di una serie di provvedimenti – gli unici ancora presi – dal respiro corto, piegati a soddisfare promesse elettorali piuttosto che a realizzare un progetto di prospettiva. Mi riferisco alla riorganizzazione della macchina comunale, fatta seguendo criteri ragionieristici e non di merito e che si è sostanziata nel licenziamento di due buoni professionisti, padri di famiglia; mi riferisco alla rivoluzione traffico in via Baglioni, piazza Matteotti e corso Vannucci, col centro che rischia di essere deturpato da auto e parcheggi. Tra l’altro: come si coniuga il passaggio di mezzi ‘ingombranti’ lungo il Corso con l’installazione della pista di pattinaggio? L’atteggiamento dell’assessore Calabrese e della giunta mortificano, infine, le istituzioni e la loro credibilità. Le dimissioni di un membro dell’esecutivo non possono diventare strumento di mediazione politica”.

“L’auspicio del Partito Democratico è che, dunque, l’amministrazione, nel rispetto della normativa, faccia nel più breve tempo possibile un passo indietro relativamente alla pratica Centralcom – conclude Giacopetti – e che si faccia immediatamente chiarezza su alcune posizioni incomprensibili ma soprattutto sul ruolo che Perugia deve e vuole esercitare in una panorama regionale”.

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