Perugia, omicidio Polizzi, nessun nuovo processo per i Menenti

PERUGIA – Non ci sarà alcuna riapertura del processo a carico di Riccardo e Valerio Menenti, in carcere con l’accusa di Alessandro Polizzi. La difesa aveva chiesto la riapertura  del dibattimento ma questa è stata rigettata dalla Corte d’assise, che ha fissato la requisitoria del sostituto procuratore, che dovrebbe chiedere la conferma delle condanne già inflitte. Le richieste della difesa andavano nell’ottica dell’ascolto di nuove persone, con una nuova perizia balistica

 

 

In aula, questa mattina, al processo per l’omicidio di Alessandro Polizzi e il tentato omicidio della fidanzata – avvenuto – in Corte d’Appello, a Perugia, c’erano anche Julia Tosti e i genitori della vittima. Presenti anche i due imputati, già condannati in primo grado, Riccardo e Valerio Menenti. Riccardo, cui è stato inflitto l’ergastolo, sarebbe, secondo l’accusa l’esecutore materiale, mentre il figlio, condannato a 27 anni ci carcere, sarebbe il mandante. L’omicidio avvenne in via Rizzo, a Perugia nella notte tra il 25 e il 26 marzo 2013. Nell’ottobre 2015 i Menenti, attraverso i loro legali, avevano chiesto l’appello. Riccardo Menenti ha sempre sostenuto di non avere avuto intenti omicidi ma di avere voluto dare una lezione al ragazzo. La sentenza della Corte d’Assise di Perugia, presieduta dal giudice Gaetano Mautone, a latere Nicla Restivo, arrivò dopo quattro ore di camera di consiglio.

I giudici concessero il 27 aprile del 2015, le attenuanti generiche al giovane Valerio Menenti, ma le hanno considerate equivalenti alle aggravanti e il computo della pena è risultato 27 anni.

I due imputati furono condannati anche al pagamento di 1.500.000 euro di provvisionali alle parti civili costituite. I giudici disposero il sequestro conservativo dei beni sequestrati agli imputati una volta che la sentenza sarà passata in giudicato.

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