Perugia, tre morti per sacche infette, i familiari chiamano in causa l’ospedale

PERUGIA – L’azienda ospedale di Perugia è stata citata in giudizio dai parenti di tre pazienti deceduti per un presunto caso di sacche infette. Sono stati i Nas di Perugia a scoprire che a causa del batterio Pantoea agglomerans, di cui erano infette alcune sacche di nutrizione parentale somministrate dal Santa Maria della Misericordia di Perugia, erano morte tre persone in dieci giorni. Per i tre decessi sono state iscritte nel registro degli indagati per omicidio colposo due donne che, secondo l’accusa, non avrebbero rispettato le procedure standard per la buona preparazione di alcuni medicinali e che pertanto a causa di imprudenza, imperizia e negligenza hanno allestito sacche infette. Le due donne sarebbero responsabili anche di lesioni personali colpose verso altri 16 pazienti.

Altre due donne sono accusate, invece, di omissione d’atti d’ufficio per aver appunto omesso di riferire alla direzione ospedaliera la questione delle sacche infette, diffondendo il batterio pure in altri pazienti.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Francesco Falcinelli, Marco Brusco e Lino Ciaccio. Questa mattina nell’udienza davanti al gip, il giudice ha ammesso la citazione dell’ospedale come responsabili civili, richiesta dai familiari che a loro volta si sono costituiti parte civile. La prossima udienza è fissata per il 23 giugno.

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