Pubblica amministrazione, nasce il sistema “Spid”: Umbria tra le Regioni capofila

PERUGIA – “L’Umbria sarà una delle prime regioni italiane in grado di attivare il sistema Spid grazie agli interventi messi in campo fin dalla scorsa legislatura”. A dirlo è stato il vicepresidente della giunta regionale Fabio Paparelli, presente a Roma alla conferenza stampa di presentazione del “Sistema pubblico di identità digitale”, che permetterà a cittadini e imprese di accedere con un’unica identità digitale a tutti i servizi online di pubbliche amministrazioni e imprese aderenti.

Avere un’unica identità digitale è il primo passo verso una nuova generazione di servizi pubblici digitali pensati per il cittadino”, ha detto il vicepresidente Paparelli. All’evento di questa mattina erano presenti, tra gli altri il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, il direttore generale di “AgID”, Antonio Samaritani, e i responsabili delle amministrazioni centrali e locali, tra cui l’Umbria

“Con Spid – spiega Paparelli – verrano dunque meno le decine di password, chiavi e codici necessari oggi per utilizzare i servizi online di pubbliche amministrazioni e imprese. L’Umbria è tra le prime Regioni italiane in grado di attivare questo sistema. I primi servizi che partiranno nella nostra regione con l’identità Spid – ha annunciato Paparelli – saranno, entro giungo, lo Sportello unico per le attività produttive (Suape), lo Sportello unico per l’edilizia (Sue) e la prenotazione tramite Cup. Seguirà l’accesso ad avvisi e bandi comunitari della programmazione 2014 -2020, il fascicolo sanitario, il bollo auto e i servizi per lo studente, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia e l’Agenzia per il diritto allo studio. L’Umbria – ha aggiunto – ha condiviso i grandi progetti nazionali legati alla fatturazione elettronica, ai pagamenti elettronici, e, da ultimo, lo ‘Spid’ e in questo quadro la Regione si è posta come un ‘hub’ per il proprio territorio, sia per le iniziative nazionali che per quelle di livello propriamente regionale. Il ruolo delle Regioni come ‘intermediario infrastrutturale’ è quindi irrinunciabile per attuare l’agenda digitale nazionale e le iniziative locali in tutte le loro articolazioni”.

Paparelli dunque approfitta dell’occasione per fare il punto sull’attività digitale della Regione: “L’Umbria ha creduto nell’Agenda digitale muovendosi sempre tra le prime Regioni in questo campo – ha ricordato il vice presidente. Abbiamo investito ingenti risorse sia in infrastrutture fisiche, come la rete pubblica in fibra ottica ‘Run’ ed il data center regionale unitario, sia in infrastrutture immateriali, ovvero in grandi piattaforme abilitanti indispensabili per attivare in questa legislatura le azioni della programmazione 2014-2020 che incideranno con il digitale sul miglioramento dei servizi pubblici e sulla qualità della vita dei cittadini umbri. Le Regioni – ha aggiunto – hanno la leva della legislazione regionale e dei finanziamenti della programmazione europea per sviluppare l’innovazione a livello locale in accordo con le strategie nazionali che, altrimenti, andrebbero incontro a tempi di dispiegamento non accettabili. Per cui – ha proseguito – le Regioni sono a tutti gli effetti ‘piattaforme locali di innovazione’ che lo Stato deve sfruttare sia nell’ambito della digitalizzazione delle PA, sia dei servizi integrati in una logica smart nei territori, dall’Agenda urbana alle Aree interne, che per facilitare il trasferimento tecnologico e l’innovazione delle imprese. Tutto ciò con l’obiettivo di offrire servizi concreti ed utili al cittadino che realmente possono contribuire a migliorare la vita quotidiana”.

Indicando poi gli obiettivi di legislatura, Paparelli ha detto che “da qui al 2020 come Umbria punteremo su tre chiavi per il futuro. La prima, ‘people first’, che prevede servizi in mobilità tramite ‘app’, per ridisegnare i servizi sulle esigenze di cittadini e imprese e non delle amministrazioni. La seconda, ‘openness’, per agganciare la rivoluzione dell’era digitale con una straordinaria apertura al cambiamento e alla diffusione della cultura digitale e la terza, ‘cloud computing’, ovvero un cambiamento tecnologico ed organizzativo che investe tutti i settori e tutti i mercati”.

 

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