Record negativo in Umbria dove crescono i reati ambientali

PERUGIA – Sebbene nel resto d’Italia la tendenza vada verso una riduzione dei reati ambientali del 7% secondo l’ultimo rapporto Ecomafie del 2016 di Legambiente presentato a Roma alla Camera dei Deputati, l’Umbria sembra andare nella direzione opposta. Sono i nuovi dati che fanno emergere una situazione tutt’altro che rosea nel cuore verde d’Italia. Con l’approvazione della 68/2015 che ha inserito nel codice penale i delitti ambientali, i controlli delle forze di polizia hanno riscontrato in Umbria 66 ecoreati che sono stati contestati, ponendola al terz’ultimo posto nella classifica italiana delle regioni meno virtuose da un punto di vista ambientale, solo davanti alla Sardegna con 67 ecoreati e la Campania con 70. Gli ecoreati quindi non sono soltanto incrementati in Umbria, ma sono addirittura quasi triplicati. Quelli accertati delle forze dell’ordine e dalla Capitaneria di porto sono passati da 154 del 2015 a 392 del 2016. Aumenta anche il numero di denunce che si attesta a 346 (mentre nel precedente rapporto di Legambiente erano 90). I sequestri invece subiscono un lieve calo, passando dai 18 del 2015 ai 15 del 2016. E nel contesto della vicenda Gesenu, è stato effettuato anche un arresto a testimonianza che l’azione investigativa e repressiva sortisce i suoi efficaci effetti. Altro record negativo è rappresentato dal numero più alto di reati contravvenzionali contestati (64), seguita dalla Campania (60) e dalla Sardegna (53). Invece per quanto riguarda le persone denunciate per reati contravvenzionali, il record va alla Liguria dove ci sono state 83 denunce, seguita dalla Sardegna con 80 e l’Umbria con 67. E a parte le posizioni delle amministrazioni regionali meno virtuose, nelle altre regioni, anche a seguito dell’entrata in vigore due anni fa della legge sugli ecoreati, si è registrata una lenta diminuzione degli illeciti ambientali e del fatturato delle attività criminali contro l’ambiente. I dati evidenziano come nel 2016 i reati ambientali accertati delle forze dell’ordine e dalla Capitaneria di porto sono passati da 27.745 del 2015 a 25.889 nel 2016. Aumentano pure gli arresti (225 contro i 188 del 2015), di denunce (28.818 contro le 24.623 della precedente edizione di Ecomafia) e di sequestri (7.277 a fronte di 7.055 nel 2015). Netta flessioni invece per il fatturato delle ecomafie che si riduce di un terzo rispetto all’anno scorso, scendendo a 13 miliardi grazie soprattutto alla riduzione della spesa pubblica per opere infrastrutturali nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso, mentre anche il mercato illegale subisce un lieve ridimensionamento.

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