Ricchezza in Umbria: cala il reddito reale

Il reddito complessivo umbro negli ultimi tre anni è crollato del 14,2 per cento, passando dai 948,5 milioni di euro dichiarati nel 2014 agli 865,9 milioni del 2016, lasciando quindi sul campo ben 82,6 milioni di euro. Questo è in sintesi quanto emerge dal rapporto del settore datajournalism di Mediacom043, coordinato da Giuseppe Castellini (i cui dati sono stati forniti dal ministero dell’Economia e delle Finanze) relativo alle dichiarazioni di lavoratori autonomi, professionisti e imprenditori di ditte individuali presentate nel 2016 (anno di imposta 2015) e quelle del 2013 relative all’anno di imposta 2012). Ma se si guarda all’importo medio delle dichiarazioni dei redditi si scopre che questo è invece aumentato, sempre in termini reali, da 21mila 702 euro nel 2013 a 22mila 645 euro nel 2016, con un incremento del 4,3 per cento. Questo è possibile a causa del fatto che nel frattempo, il numero di professionisti e imprenditori di ditte individuali è sceso da 43mila 706 operatori del 2013 a 38mila 239 del 2016, con un calo di 5mila 467 operatori, pari a un meno 12,5 per cento. E ciò, seppure in misura diversa, riguarda sia per i professionisti che gli imprenditori di ditte individuali. In sostanza, la perdita del reddito complessivo è stata molto forte e decisamente superiore alla media nazionale, sebbene le realtà economiche rimaste appaiono più solide, come dimostra l’aumento del reddito medio. Quindi ciò che si è verificato in Umbria a causa della crisi economica è stata una sorta di selezione darwiniana che ha spazzato via le piccole realtà, dando ancora più robustezza alle aziende già ben consolidate.

Se si analizzano ancora più dettagliatamente questi dati si evidenzia che il calo del numero di operatori tra il 2013 e il 2016 è molto più forte per le ditte individuali (meno 14,2 per cento) rispetto ai professionisti (meno 9 per cento) e di conseguenza il calo del reddito complessivo è più forte per le ditte individuali (meno 9,3 per cento) che per i professionisti (meno 8,7 per cento). Il reddito medio Irpef in termini reali aumenta quindi per gli imprenditori di ditte individuali (con un più 5,8 per cento) e cala per i professionisti (con un meno 3,1 per cento).

Un altro dato che compara le dichiarazioni Irpef presentate nel 2016 e quelle del 2015 mostra come il reddito reale complessivo continua a scendere (meno 1,3 per cento, con una piccolissima differenza tra professionisti e imprenditori di ditte individuali), come continuano a scomparire gli operatori (in un anno ne sono scomparsi bel 3mila 676, pari a meno 8,8 per cento di quelli totali, di cui meno 4,7 per cento per i professionisti e meno 9,1 per cento  per le ditte individuali), mentre il reddito Irpef medio reale per operatore continua ad aumentare in modo significativo, almeno per gli imprenditori di ditte individuali rimasti in campo.

E infine sono stati analizzati i comuni umbri, rimarcando in quali zone si regista una ripresa e in quali invece permane la crisi. Va detto subito che, tra i 58 municipi con più di 2mila abitanti presi sotto esame, 39 appaiono in ripresa e 19 ancora in una situazione critica. Da rilevare che tra i 18 comuni umbri con più di 10mila abitanti solo 5 appaiono in ripresa per quanto riguarda i redditi di professionisti e imprenditori di ditte individuali.

Le città che registrano una buona performance, con segnali interessanti di ripresa sono Fossato di Vico, Campello sul Clitunno, Trevi, Deruta, Panicale, Amelia, Assisi, Gualdo Tadino. Crisi quasi terminata a Perugia, Orvieto, Magione, mentre prosegue molto forte a Cannara, Spello, San Gemini, Norcia (il dato non risente del colpo del terremoto, perché riguarda le dichiarazioni 2016 relative ai redditi percepiti nel 2015, quindi pre-sisma), Spoleto, Città della Pieve e così via.

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